Roma, 12 ago. (Adnkronos Salute) – Approfondire la conoscenza di arbovirus tra cui Zika, Dengue, Chikungunya, West Nile, e virus meno noti trai quali il Mayaro o virus di nuova diffusione. E' l'obiettivo che si pone il Laboratorio di Virologia dell’Istituto nazionale per le Malattie infettive 'L.Spallanzani' Irccs di Roma che partecipa e contribuisce allo studio 'Genesis' (Unraveling the Molecular and Immunologic Mechanisms of Intrahost Persistence in Emerging and Re-Emerging Arboviral Infections) che investiga gli aspetti molecolari e immunologici alla base della persistenza delle arbovirosi, cioè le infezioni virali emergenti trasmesse da zanzare e altri artropodi.
"Gli Arbovirus costituiscono una minaccia a livello globale e i casi d’infezione sono notevolmente aumentati in questi ultimi anni anche in Europa a causa del cambiamento climatico, della maggiore diffusione di insetti vettore e di fattori legati al turismo e al commercio – spiega Fabrizio Maggi, direttore Uoc Virologia e Laboratori di biosicurezza dello Spallanzani – La replicazione e la persistenza degli arbovirus nell’uomo e negli animali influenzano le dinamiche di trasmissione, l’evoluzione virale e di conseguenza la gestione della salute pubblica. I meccanismi alla base della replicazione, evoluzione e persistenza di questi patogeni nell’uomo non sono ancora del tutto compresi".
Il progetto GENESIS, che vede la partecipazione di partner pubblici e privati ed è coordinato dall’Università di Pisa, allo Spallanzani sarà seguito dalla Giulia Matusali: “Il nostro principale interesse è quello di comprendere quali siano i siti di replicazione e persistenza degli arbovirus nonché i possibili meccanismi alla base della trasmissione non vettoriale di questi patogeni. Studieremo la replicazione nelle articolazioni e nel tratto urogenitale di arbovirus endemici e di importazione di interesse clinico ed epidemiologico tra cui Zika, Dengue, Chikungunya, West Nile, e virus meno noti trai quali il Mayaro o virus di nuova diffusione. L’Inmi Spallanzani, inoltre, contribuirà – prosegue – allo studio della risposta anticorpale indotta dal virus Toscana, endemico in Italia, per identificare biomarcatori di patogenicità e persistenza e migliorare gli attuali test diagnostici. Lo studio aumenterà le conoscenze dell’interazione virus-ospite e porterà al miglioramento delle strategie di prevenzione, trattamento e controllo”.