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Yara Gambirasio, l'udienza: la difesa di Bossetti può vedere i reperti

Nuova udienza per il caso Yara Gambirasio

Lunedì 13 maggio si terrà una nuova udienza per il caso dell'omicidio di Yara Gambirasio.

Nella giornata di lunedì 13 maggio, in una nuova udienza, la difesa di Massimo Bossetti potrà vedere per la prima volta i reperti legati all’omicidio di Yara Gambirasio.

Yara Gambirasio, nuova udienza: la difesa di Bossetti potrà vedere i reperti

Dopo cinque anni dalla richiesta, lunedì 13 maggio la difesa di Massimo Bossetti potrà visionare per la prima volta i reperti legati all’omicidio di Yara Gambirasio. Per l’uccisione della 13enne di Brembate, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata morta il 26 febbraio 2011, è stato condannato all’ergastolo Massimo Bossetti. I legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini sono riusciti ad ottenere solo la possibilità di vedere gli abiti della vittima e i profili di Dna, per la prima volta. Lunedì 13 maggio, davanti ai giudici della corte d’Assise di Bergamo, in un’udienza a porte chiuse, a cui Bossetti parteciperà in video collegamento, i difensori e i loro consulenti potranno vedere ciò che è rimasto sigillato per molti anni.

Yara Gambirasio, nuova udienza: quali reperti può vedere la difesa di Bossetti

L’osservazione riguarderà gli slip su cui è stata trovata la traccia genetica mista, della vittima e di quello che un tempo era stato definito Ignoto 1, considerata la prova regina contro Massimo Bossetti. Verranno mostrati anche la felpa che Yara indossava il giorno della sua scomparsa, il giubbotto che aveva nel campo di Chignolo d’Isola, dove è stata trovata senza vita, e appariranno anche le 54 provette di Dna che hanno scatenato un forte scontro tra difesa e accusa.

Finalmente dopo 5 anni dalla autorizzazione ci vengono fatti vedere i reperti, anche se l’autorizzazione del 27 novembre 2019 ci consentiva di analizzarli” ha dichiarato Salvagni all’Adnkronos, aggiungendo che non si accontentano, ma si tratta di un passo avanti visto che durante il processo non hanno mai potuto vedere nessun reperto. “Controlleremo che ci siano tutti i reperti e il loro stato di conservazione. Speriamo dalle riprese fotografiche di poter cogliere qualche particolare importante e, poi, valuteremo il da farsi per arrivare a ribaltare il risultato sul Dna che abbiamo sempre respinto come errato” ha aggiunto il legale.