Votazioni storiche: sette stati approvano divieto di voto per non cittadini

Sette stati americani approvano emendamenti costituzionali contro il voto dei non cittadini.

Il voto dei non cittadini: una questione di legalità

Le recenti elezioni hanno visto un cambiamento significativo nel panorama politico degli Stati Uniti, con almeno sette stati che hanno approvato emendamenti costituzionali per vietare esplicitamente il voto ai non cittadini. Questa decisione, che ha suscitato dibattiti accesi, è stata presa in un contesto in cui la legalità del voto dei non cittadini è già un tema controverso. Infatti, dal 1996, la legge federale proibisce ai non cittadini di partecipare alle elezioni federali, ma alcune giurisdizioni locali, come Washington D.C.

e alcune città del Maryland, consentono il voto in elezioni locali.

Il risultato delle votazioni

Gli emendamenti sono stati approvati in stati come Iowa, Missouri, Kentucky, North Carolina, South Carolina, Oklahoma e Wisconsin. In Idaho, i risultati non erano ancora definitivi, ma le proiezioni indicano un esito simile. Questo cambiamento normativo è stato motivato dalla necessità di chiarire la lingua riguardante l’idoneità al voto, che in passato non era stata considerata sufficientemente specifica.

Negli ultimi sei anni, stati come North Dakota, Florida, Colorado, Alabama, Ohio e Louisiana hanno già apportato modifiche simili alle loro costituzioni, passando da “ogni cittadino” a “solo un cittadino” può votare.

Le conseguenze delle nuove leggi

Nonostante il divieto, diversi stati hanno recentemente identificato e rimosso dai registri elettorali un numero significativo di persone non idonee. Ad esempio, il governatore della Virginia, Glenn Youngkin, è stato citato in giudizio dal Dipartimento di Giustizia dopo aver rimosso 6.000 persone dai registri elettorali, poiché la loro cittadinanza non era stata verificata.

In Texas, il governatore Greg Abbott ha dichiarato che oltre 6.500 potenziali non cittadini sono stati rimossi dai registri dal 2021. Queste azioni hanno sollevato preoccupazioni tra i legislatori, che hanno chiesto chiarimenti al procuratore generale Merrick Garland riguardo a rapporti di non cittadini che si registrano e votano nelle elezioni federali.