Dopo un periodo difficile segnato da un ricovero per depressione al Policlinico Gemelli di Roma, Vittorio Sgarbi torna a far parlare di sé con una notizia positiva. Il critico d’arte, noto per il suo carattere forte e le sue apparizioni in TV, tornerà sul piccolo schermo. Ecco come.
Come sta Vittorio Sgarbi
Le ultime notizie risalgono a qualche giorno fa, quando la figlia Evelina ha parlato del ricovero del padre durante un intervento a La volta buona.
In quell’occasione, Evelina ha accennato anche a un certo malcontento tra le persone a lui vicine, come la sorella Elisabetta e la compagna Sabrina Colle.
A queste dichiarazioni, lo staff del critico ha risposto con una smentita, precisando che accanto a Sgarbi sono sempre presenti la compagna, i familiari, i suoi assistenti e il personale sanitario del Policlinico Gemelli, struttura di cui il critico ha piena fiducia.
“Allo stato attuale ogni altra notizia o considerazione è frutto di sensazioni personali, come tali inaffidabili”, conclude il comunicato.
Durante l’intervento a La volta buona, Evelina ha anche condiviso alcuni dettagli sulle condizioni di salute di suo padre, spiegando che, al momento, le sue condizioni sono stabili e viene alimentato artificialmente.
Vittorio Sgarbi fa il suo ritorno in TV dopo il periodo difficile: l’omaggio speciale su La7
Lunedì 21 aprile, giorno di Pasquetta, Vittorio Sgarbi tornerà in televisione su La7, in seconda serata. Tuttavia, non come ospite in un programma, dato che è ancora ricoverato in ospedale, ma con un suo spettacolo. Si tratta di “Pasolini e Caravaggio – Ragazzi di Vita”, uno spettacolo registrato nel 2024 in cui il critico d’arte esplora le vite e le opere di due icone della cultura italiana.
“Ho immaginato di raccontare il rapporto tra Caravaggio e Pasolini”, dichiara il critico in un video audio condiviso sui social.
Nella locandina dell’evento, invece, si legge:
“Trascendendo immagini, testi e suoni, Sgarbi porterà alla luce quanto di più necessario ci è stato donato dalle rivoluzionarie attività di questi due maestri i quali, nonostante abbiano vissuto a circa quattrocento anni di distanza l’uno dall’altro, lottarono contro analoghi ostracismi, pagando il caro prezzo della vita in cambio della propria libertà intellettuale”.
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