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La rivolta è esplosa nel carcere di Viterbo, noto con il nome di Mammagialla, dopo il ritrovamento di un detenuto morto nella giornata di oggi 10 luglio.
La rivolta nel carcere di Viterbo
La protesta è stata resa nota dal segretario nazionale SAPPE del Lazio, Maurizio Somma: i carcerati dalle 15:45 si sono asserragliati nella sezione D1 della casa circondariale lanciando bombolette contro i poliziotti. La rivolta riguarda la sezione in cui si trovano circa 50 detenuti, che hanno dato fuoco a suppellettili e materassi.
La morte dell’uomo nel carcere a Viterbo
A innescare la protesta all’interno del carcere sarebbe stata la morte di un detenuto, trovato senza vita oggi pomeriggio: al momento le cause del decesso non sono state rese note.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE lancia l’allarme dopo gli ultimi disordini:
“Una rivolta annunciata. Sono ormai settimane che stiamo lamentando la perdita di controllo delle carceri. Mi domando cosa si sta aspettando ancora per adottare provvedimenti straordinari per fronteggiare una situazione diventata esplosiva”.
Interviene anche Massimo Costantino, Segretario generale Fns Cisl Lazio che denuncia in una nota il sovraffollamento dei detenuti e le carenze nelle dotazioni di personale della polizia penitenziaria. Ad oggi il sovraffollamento risulta in aumento rispetto al mese precedente, con 6.779 detenuti reclusi nei 14 istituti, rispetto a una capienza prevista di 5.281 persone.
L’intervento delle forze dell’ordine
La polizia penitenziaria ha cercato di circoscrivere la protesta. Fuori dal carcere sono arrivati gli uomini delle forze dell’ordine, i vigili del fuoco e un’ambulanza, intervenuti per cercare di contenere la rivolta garantendo la sicurezza delle persone coinvolte.