Una vicenda sconvolgente ha scosso la città di Latina: una ragazza, oggi sedicenne, ha vissuto un incubo iniziato all’età di dodici anni. Tra il 2020 e il 2022, la giovane è rimasta incinta per ben due volte, ma entrambe le gravidanze si sono interrotte con degli aborti, uno dei quali avvenuto in una clinica privata a Castellammare di Stabia. A soli dodici anni, la ragazza è stata costretta a sposarsi con un coetaneo, un matrimonio che sembra essere stato imposto dalla sua famiglia.
Violenze sessuali su una 12enne sposata e incinta, 4 indagati: il caso a Latina
Un’indagine per droga ha svelato che una casa a Campo Boario era luogo di violenze e sfruttamento, oltre che di spaccio. La ragazza viveva lì e le intercettazioni hanno rivelato la consapevolezza di entrambe le famiglie.
Il 4 febbraio, i proprietari della casa sono stati arrestati, mentre i genitori della ragazza sono stati iscritti nel registro degli indagati, tutti accusati di violenza sessuale aggravata. In queste ore, la procura di Latina sta procedendo con l’invio degli avvisi di conclusione indagini nei loro confronti. La giovane ora è in una casa-famiglia. La deputata Ascari ha portato il caso in Parlamento, chiedendo azioni contro i matrimoni forzati e la tutela dei minori.
“Sono molte le preoccupazioni circa la tutela dei minori e la prevenzione di fenomeni di violenza e sfruttamento, soprattutto nei confronti delle bambine. L’ordinamento italiano vieta espressamente il matrimonio dei minori di 16 anni, mentre la Convenzione di Istanbul obbliga gli Stati ad adottare misure adeguate per prevenire i matrimoni forzati e per proteggere le vittime”.
Violenze sessuali su una 12enne sposata e incinta: le indagini
La procura di Latina sta chiudendo l’indagine per violenza sessuale aggravata che coinvolge Ferdinando “Gianni” Di Silvio, sua moglie Laura De Rosa e i genitori di una ragazza 16enne, che all’epoca dei fatti aveva solo 12 anni.
La vicenda è emersa durante un’inchiesta dei carabinieri di Latina, che hanno scoperto un traffico di hashish e cocaina gestito da Di Silvio e De Rosa, la cui casa fungeva da base logistica. Qui vivevano anche il figlio minorenne e la ragazza, da tempo parte della famiglia.