Milano, 2 dic.
(Adnkronos) – Sono state tante le iniziative presentate in occasione dell’evento “Gli strappi della violenza: riflessioni e azioni dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca”: da oggi presso l’ateneo è attivo uno sportello antiviolenza a cui possono rivolgersi tutte le persone della comunità accademica ed è stata avviata una campagna di sensibilizzazione che mira a raggiungere chiunque possa avere bisogno di aiuto. Durante l’incontro la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca Giovanna Iannantuoni ha anche consegnato i premi in memoria di Sofia Castelli, la studentessa brutalmente assassinata lo scorso anno.
I vincitori dei premi di laurea “Sofia Castelli” sono Valentina Rinaldi con la sua tesi “La valutazione del rischio nelle situazioni di violenza domestica. Il Domestic Abuse Stalking and Honour-based violence (DASH) model come strumento innovativo nel contesto italiano” e Antonio Sibilia con la sua tesi “Cori antichi e narrazioni odierne: dalle voci supplicanti (ἱκέτης) di Eschilo al sistema di protezione internazionale”.
''Nel nostro ateneo da anni siamo in prima linea per combattere ogni forma di violenza e molestia, con iniziative di sensibilizzazione, formazione e soprattutto con azioni di supporto alle vittime.
Va in questa direzione la creazione dei premi di laurea “Sofia Castelli” che considero un passo importante verso la promozione della consapevolezza e della ricerca su un tema cruciale per la società contemporanea. E anche un modo per tenere acceso il ricordo di Sofia la cui vita è stata spezzata in modo così atroce'', spiega la rettrice Iannantuoni.
''Per essere il più concreti possibile abbiamo anche attivato lo sportello antiviolenza che sarà un luogo sicuro al quale rivolgersi per chiedere aiuto''.
A spiegare le modalità di accesso e di funzionamento del servizio è stata la professoressa Patrizia Steca, presidente del CUG, il Comitato Unico di Garanzia di Milano-Bicocca. Destinato a prevenire e contrastare ogni forma di violenza contro le donne, a ricevere le vittime, a offrire loro protezione e a predisporre percorsi di uscita dalla violenza, lo sportello è un traguardo per l’ateneo e sarà aperto a tutta la comunità accademica, dalle studentesse alle professoresse, alle ricercatrici e a tutto il personale che lavora all'università.
''Ci siamo convenzionati con due centri antiviolenza già attivi sul territorio, ovvero CADMI-Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano e l'associazione SVS-Donna Aiuta Donna Onlus'', ha spiegato Patrizia Steca. ''Questo ci permette di avere persone già formate e con grande competenza per offrire supporto in casi di violenza''. Manuela Ulivi, presidente del CADMI, e Alessandra Kustermann di SVS sono intervenute per spiegare quanto sia importante avere una rete con un esperto sempre reperibile e pronto a rispondere al telefono.
Tutte le informazioni per accedere al servizio sono disponibili alla pagina web dedicata. Per essere sempre più vicini agli studenti e alle studentesse e per aiutarli a riconoscere le relazioni tossiche è stata realizzata anche una guida di autovalutazione messa a punto da Marina Calloni, direttrice del Centro di studi dipartimentale ADV (Against Domestic Violence). Come si può auto-valutare il rischio che si corre? E quando chiedere aiuto? Nel documento, scaricabile dalla cartella stampa, si possono trovare indicazioni utili per riconoscere i segni di manipolazione e di violenza anche quando è economica, psicologica e digitale.
Inoltre è stata lanciata la campagna “Rifletti per cambiare” grazie alla quale saranno affissi sugli specchi delle toilette dell'università adesivi con frasi motivazionali per incoraggiare le vittime a chiedere aiuto. Alcuni esempi? “Nessuno ha il diritto di farti sentire meno di ciò che sei”; “L’isolamento è un segnale di controllo. Non permetterlo”; “Non lasciare che ti convincano del contrario. La violenza psicologica è reale”.
Durante l’incontro, la professoressa Patrizia Farina del dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale ha presentato le iniziative di indagine su violenze e molestie che si stanno svolgendo all’interno della comunità accademica di Milano-Bicocca, nella convinzione che conoscere più a fondo la realtà dell’ateneo sia fondamentale per creare un ambiente sempre più sicuro e inclusivo per tutti.
L’artista Patrizia Benedetta Fratus ha infine introdotto REMAKE, l’opera collettiva di arte sociale che ha coinvolto la comunità accademica e la cittadinanza per il resto della giornata al piano -1 dell’edificio Agorà. I visitatori sono stati invitati a tessere una grande rete in diversi toni di rosso con molti squarci al suo interno: ognuno ha potuto ripararli nella misura e nella modalità di cui era capace, generando così un nuovo segno e ricucendo a suo modo gli strappi della violenza.
Le riflessioni conclusive sono state affidate alla professoressa Maria Grazia Riva, presidente dell’Osservatorio Pari Opportunità.