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Vino senza alcol, via libera delle Regioni ma i produttori vinicoli sono divisi

DALL·E 2024 12 24 10.18.22 A realistic image of a glass of dealcoholized wine being poured from a bottle into a glass on a wooden table. The setting is a cozy vineyard with gree

Il governo italiano ha approvato la produzione di vino low e no-alcol. Un settore in crescita tra i giovani, ma con resistenze tra i produttori tradizionali

Il vino dealcolato è ormai a un passo dalla realtà in Italia, grazie al via libera del governo e delle Regioni. Questo prodotto, che riduce o elimina l’alcol del vino tradizionale, rappresenta una sfida e un’opportunità per il settore vitivinicolo italiano, che ha visto crescere notevolmente la domanda di vini a basso contenuto alcolico, specialmente tra i giovani e all’estero.

Cos’è il vino dealcolato e come si produce

Il vino dealcolato si ottiene mediante tecniche come distillazione sottovuoto o osmosi inversa, che permettono di eliminare l’alcol preservando gli aromi e i sapori tipici del vino. Per poter essere classificato come tale, il contenuto di alcol deve essere inferiore allo 0,5%. Il suo consumo è in crescita, spinto soprattutto dai giovani e dalle richieste provenienti dai mercati esteri.

L’approvazione del decreto che permette la produzione di vino dealcolato rappresenta una rivoluzione per il mercato vinicolo italiano. Prima, i produttori erano costretti a rivolgersi a distillerie estere per la dealcolizzazione. Ora, grazie alle modifiche tecniche introdotte, anche le aziende vinicole italiane potranno svolgere questa operazione internamente. Nonostante il supporto di molte categorie economiche e degli industriali del vino, c’è ancora una resistenza tra i produttori tradizionali, preoccupati che l’etichetta “vino” possa perdere il suo significato culturale e storico.

Vini low e no-alcol, mercato in espansione

Alcuni produttori storici, come Franco Adami, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, hanno sollevato dubbi sulla definizione di “vino” per il prodotto dealcolato. Per Adami, infatti, il termine “vino” è legato a una tradizione culturale che va al di là della semplice definizione di un prodotto. Nonostante questo, molti produttori vedono nel vino dealcolato un’opportunità per ampliare il mercato, soprattutto per le esportazioni, dato che la domanda di prodotti a basso contenuto alcolico è in forte espansione, soprattutto nei paesi scandinavi.

Secondo Luca Serena di Serena Wines, il settore dei vini low e no-alcol è in rapida crescita, con le vendite estere che rappresentano una fetta importante del mercato. La nuova normativa permetterà all’Italia di recuperare il terreno perso rispetto a Paesi come Spagna, Francia, e Germania, che già permettono la produzione di vini dealcolati.

Il vino dealcolato potrebbe rappresentare una nuova frontiera per il settore vitivinicolo italiano, con opportunità sia per i produttori che per i consumatori. Tuttavia, è necessario trovare un equilibrio tra l’innovazione e la tutela della tradizione. Con il sostegno delle istituzioni e l’interesse crescente dei consumatori, il vino senza alcol potrebbe diventare una parte sempre più importante del panorama vinicolo mondiale.