“Volete una notizia? Eccola. Mi è stato detto che recentemente persone vicine al ministero della Difesa hanno chiesto ai genitori delle vittime di protestare per bloccare il mio film. Per fortuna io che conosco molti di loro mi hanno detto che lo vedranno prima di giudicare”.
Quella in Iraq è stata una delle tante guerre invisibili che ci sono sempre state e continueranno a esserci – spiega Amadei – Nelle settimane successive all’attentato sono state omesse tante notizie, è stato gettato fumo negli occhi, c’è stata un’orgia di retorica che non ha permesso di riflettere sulla dinamica della strage, se si poteva evitare».
La replica a tanta esuberanza si è già fatta sentire. Aggiunge il regista:
«Mi hanno detto che persone vicine al ministero della difesa hanno chiesto ad alcune famiglie delle vittime di protestare per bloccare l’uscita del film. Loro hanno risposto: prima lo vediamo, poi giudicheremo».
Nel film molte sono le denunce più o meno velate alla missione italiana in Iraq. “I militari – dice nell’incontro stampa ufficiale al Lido – mi hanno subito ammonito che in Italia non si sapeva nulla e che avrei sentito molte cose inaspettate su questa guerra che non è altre che una delle tante guerre invisibili che continueranno ad esserci”.
Per quanto riguarda le notizie omesse nei tg in cui si parla nel film, spiega il regista: “ci sono state molte notizie omesse nelle settimane successive all’attentato e sui notiziari un ‘orgia di retorica non ha permesso agli italiani di riflettere piu’ a fondo sulla verità mentre si è continuato a parlare di un’infinta serie di missioni di pace”.