Nella giornata di ieri, dopo un Consiglio regionale durato oltre sei ore, la Regione Veneto ha approvato il rinvio in commissione della proposta di legge che punta a regolamentare il ricorso al suicidio assistito nella regione.
Non si tratta ufficialmente di una bocciatura, ma nella pratica il voto del Consiglio è considerato un affossamento della legge.
La bocciatura della proposta
Il rinvio in commissione è stato approvato dopo la bocciatura in aula degli unici due articoli della legge, l’1 e il 2, su cui si è votato: servivano 26 voti favorevoli e in entrambi i casi ce n’erano 25.
Il voto è stato da subito molto combattuto, nonostante il presidente della regione Luca Zaia avesse definito la legge: “un fatto di civiltà”.
Cos’è il suicidio assistito
Il suicidio assistito è la procedura con cui ci si autosomministra un farmaco letale in presenza di determinate condizioni. Si tratta di una pratica legale in Italia grazie a una sentenza della Corte Costituzionale del 2019, ma una legge che definisca in modo chiaro tempi e modalità di attuazione non è mai stata approvata né a livello nazionale né a livello locale.
A livello nazionale esiste un’unica proposta di legge, ma è ferma in Senato. Il Veneto è stata invece la prima regione a discutere a livello regionale una legge sul suicidio assistito.
Nel frattempo, in attesa di una legge che regoli la procedure, sono le singole aziende sanitarie locali a gestire il tutto.