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Un atto che colpisce la memoria
Il recente atto vandalico alla foiba di Basovizza ha suscitato indignazione e dolore tra la comunità istriana e non solo. Anna Maria Mori, giornalista e scrittrice di origine istriana, ha espresso il suo sdegno per questo gesto, definendolo “assolutamente vergognoso”. La foiba, simbolo della tragedia vissuta dagli istriani durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, rappresenta un luogo di memoria fondamentale per chi ha vissuto l’esodo dalla propria terra. Mori, che ha vissuto in prima persona questa esperienza, sottolinea l’importanza di non dimenticare la storia e di riconoscere il dolore di un popolo che ha subito ingiustizie e silenzi per decenni.
Il silenzio imposto dalla politica
La giornalista mette in evidenza come la storia degli istriani sia stata a lungo negata dalla politica italiana, creando un clima di silenzio e di oblio. “Abbiamo pagato con un silenzio imposto per quasi 50 anni”, afferma Mori, evidenziando la difficoltà di trovare documentazione e supporto per raccontare la verità. Questo silenzio ha alimentato una vulgata anti-istriana, che ha criminalizzato una comunità già provata da eventi tragici. La scritta vandalica in sloveno, secondo Mori, è un chiaro segnale di come la comunità slovena della zona continui a mal digerire il riconoscimento di questa parte della storia.
Il diritto alla memoria e la lotta contro l’ignoranza
Il Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio, rappresenta un’opportunità per riflettere su questi temi e per riaffermare il diritto alla memoria. Mori auspica che, con il tempo, la gente possa comprendere che gli istriani sono parte integrante della storia nazionale italiana. “Non siamo un popolo a parte”, sottolinea, richiamando l’attenzione sulla necessità di superare l’ignoranza e l’ideologia che hanno oscurato la verità per troppo tempo. La lotta per il riconoscimento della propria storia è una battaglia che continua, e ogni atto vandalico rappresenta una ferita aperta che richiede una risposta collettiva e consapevole.