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Valanga a Cortina: chi erano gli alpinisti sepolti dalla neve

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La valanga a Cortina ha colpito tragicamente gli alpinisti Elisa De Nardi e Abel Ayala Anchundia. Esperti amanti della montagna, sono morti a causa di una frana improvvisa sotto Forcella Giau.

La montagna non perdona. Neve, silenzio, un attimo. Poi il boato. La valanga si è staccata improvvisa sotto Forcella Giau, Dolomiti Bellunesi. Domenica 16 marzo, ore 13. Un gruppo di quattro scialpinisti sorpreso, inghiottito dalla massa bianca. Quando i soccorsi sono arrivati, per due di loro non c’era più nulla da fare.

Valanga a Cortina: chi erano gli alpinisti coinvolti nella tragedia

Chi erano gli alpinisti travolti nella valanga di Cortina? Elisa De Nardi, 40 anni, di Conegliano, e Abel Ayala Anchundia, 38, originario dell’Ecuador e residente a Vittorio Veneto. Morti poche ore dopo il ricovero. Avevano affrontato la salita fino ai 2.300 metri nonostante il bollettino valanghe parlasse chiaro: rischio alto. Ma chi ama la montagna, spesso, non sa resistere al richiamo.

Il distacco li ha colti di sorpresa. La neve ha travolto tre escursionisti, li ha trascinati giù. Solo uno è rimasto in piedi. Il quarto del gruppo, illeso, è riuscito a tirare fuori Andrea De Nardi, 51 anni, il fratello di Elisa. Un trauma alla caviglia, ipotermia. Ma vivo. È stato lui a dare l’allarme.

I soccorsi hanno lottato contro il tempo. La neve, il freddo, il rischio di altre slavine. I cani da valanga hanno fiutato il punto esatto, scavato senza sosta. Elisa era lì, sotto tre metri di neve. Quando l’hanno estratta non respirava più. I medici hanno tentato di tutto. Il suo cuore ha ripreso a battere, ma il corpo non ha retto. Troppo il gelo, troppo gravi le ferite. È morta poco dopo l’arrivo all’ospedale di Treviso.

Anche Abel era sepolto. Due metri sotto la superficie, in arresto cardiaco. Lo hanno rianimato sul posto, portato d’urgenza a Mestre. Ma nella notte si è spento anche lui.

Chi erano gli alpinisti travolti dalla valanga a Cortina: il ritratto delle vittime

Ecco chi erano gli alpinisti travolti nella valanga di Cortina. Due vite spezzate. Due storie diverse, unite dalla stessa passione. Elisa, amante della montagna da sempre. Precisa, attenta, esperta. Faceva la segretaria in uno studio legale, ma il suo cuore batteva tra le cime. Gli amici lo sapevano: a ogni compleanno, un regalo per le sue escursioni. Abel, invece, aveva scoperto lo sci alpinismo da poco. Ma la montagna lo affascinava, lo attirava. Poco prima della tragedia aveva postato una storia su Facebook: la neve, il panorama, la gioia. Poi il buio.

La comunità è sotto shock. Il CAI di Treviso, le sezioni alpine, tutti stretti nel dolore. “Erano esperti, nessuno sprovveduto” ha detto Gloria Zambon, presidente del CAI di Conegliano. Il sindaco Fabio Chies ha parlato di “tragedia che colpisce profondamente”.

Intanto, la montagna resta lì. Silenziosa, imponente. Il bollettino valanghe parlava chiaro. Ma, a volte, la passione fa dimenticare il pericolo. A volte, non si torna più indietro.