Roma, 26 gen. (Adnkronos Salute) – "Lavorare sull’aggiornamento dei pediatri, nella comunicazione ai genitori e nell’accorciare la filiera". È la ricetta per la prevenzione dei gravi malattie infettive, come la meningite B, proposta da Giorgio Conforti, già referente per la formazione in vaccinologia della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e responsabile scientifico del convegno 'Insieme per le vaccinazioni. Abbiamo i vaccini, facciamo le vaccinazioni’ in programma domani, 27 gennaio, a La Spezia. Proprio la Liguria, da settembre, nel proprio calendario regionale delle vaccinazioni offre quella contro la meningite B, anche nell'adolescente, in maniera attiva e gratuita.
La meningite B interessa soprattutto i bambini con meno di 4 anni e gli adolescenti, intorno ai 15-20 anni. “In base agli ultimi dati del ministero riferiti al 2022 – spiega Conforti – è responsabile di una settantina di casi l’anno. Colpisce soprattutto sotto i 4 anni e, in particolare, sotto l’anno quando non è cominciato o non è stato completato il ciclo vaccinale che richiede 3 dosi entro l’anno. La prima inoculazione infatti è prevista dal 61esimo giorno di vita, la seconda a 2 mesi dopo dalla prima e la terza a 6 mesi dalla seconda". Sull’importanza della vaccinazione il pediatra è chiaro: “La meningite è una patologia spesso imprevedibile e a rapida evoluzione – sottolinea – Dalla comparsa dei sintomi all’ospedalizzazione possono passare anche solo 24-48 ore, ma la rapida progressione rende difficile un intervento efficace. La malattia ha infatti una mortalità del 10% e la comparsa di handicap, anche gravi, interessa il 20% dei casi. Se ne parla poco – riflette il pediatra di famiglia – ma le conseguenze contemplano sordità, ipovisione, claudicazione, disturbi dell’apprendimento e anche amputazione degli arti. Inoltre, le conseguenze possono essere anche a distanza dalla malattia”.
Il vaccino contro il meningococco B "non è obbligatorio e questa classificazione fa sembrare che sia un vaccino di serie B – osserva Conforti -. Proprio per questo, come Fimp, lavoriamo sull’aggiornamento dei pediatri a livello nazionale e regionale. Se l’aggiornamento è fondamentale, il secondo step è la comunicazione con i genitori: nel corso di laurea non ci formano sul come interfacciarci con papà e mamme. Il terzo elemento è l’organizzazione. Le evidenze mostrano che, se vaccina il pediatra, le coperture aumentano”. Se l’argomentazione dello specialista, in ambulatorio, è che si “evita la malattia grave, gli effetti avversi sono quelli degli altri vaccini e si conclude con ‘ce l’ho nel frigorifero’ – illustra il pediatra – si accorcia la filiera perchè si evita di dover far prendere un altro appuntamento e un ulteriore passaggio che, dilatando i tempi, di fatto, comporta un abbassamento delle coperture. Questi sono dati internazionali”.
Una conferma evidente di questa affermazione è nel numero di vaccinati in età adolescenziale, che è una sorta di “terra di mezzo – prosegue Conforti – perchè l’assistenza pediatrica è fino ai 14-16 anni e nel passaggio al medico di medicina generale si possono perdere questi appuntamenti”. Il richiamo tra i 14-18 anni dell’anti-meningococco B è invece importante anche se un bambino è stato vaccinato da piccolo perchè “gli anticorpi – afferma il pediatra – si esaurisco in 7 anni e quindi non si copre il secondo picco, che è tra i 15-20 anni. Per questo – ribadisce – la vaccinazione è indicata, non solo in chi non si è mai vaccinato, ma anche in chi ha già ricevuto le 3 dosi da bambino”.
C’è però da considerare che “il ministero della Salute – commenta Conforti – non ha inserito l’anti meningococco B nei Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr): ha dato un’indicazione di massima, ma non l’ha finanziata, quindi le Regioni si tanno muovendo, in ordine sparso, per garantire la vaccinazione attiva e gratuita anche dai 14 ai 18 anni. Attualmente – continua – è prevista in quasi tutte le regioni del Sud – Sicilia Puglia Calabria – ma anche in Liguria, Emilia Romagna e Abruzzo. Altre si stanno aggiungendo”.
Una novità è attesa entro i prossimi 2 anni per la meningite di tipo B. “Attualmente nei Lea c’è già il vaccino contro 4 ceppi di meningococco (ACWY) – aggiunge Conforti – Recentemente in America è stato approvato il pentavalente (ABCWY) che contiene, in un’unica iniezione, anche il ceppo B. Quando ci sarà il pentavalente si potrà rendere omogenea l’offerta vaccinale anche per il pediatra, con meno punture, meno appuntamenti e minori costi”. Tra le novità attese c’è anche l’immunizzazione del neonato contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), responsabile della bronchiolite, prima causa di ospedalizzazione al di sotto dell’anno di età. “Da ottobre si inoculeranno gli anticorpi contro l’Rsv nei neonati. Non è un vaccino, perchè si forniscono direttamente gli anticorpi, che durano un anno – conclude – ma è il tempo in cui è più necessario evitare l’infezione nei piccoli”.