Roma, 28 set. (Adnkronos Salute) – Il ruolo del pediatra di famiglia nell’incrementare le coperture delle vaccinazioni raccomandate per raggiungimento dell’obiettivo ministeriale "è essenziale perché essendo presenti su tutto il territorio nazionale siamo, insieme ai centri vaccinali, gli attori protagonisti di questo sistema". Così Antonio D’Avino, presidente Federazione italiana medici e pediatri (Fimp), in occasione del Congresso nazionale Fimp in corso a Rimini fino a domenica, spiega che "l’aumento delle coperture vaccinali è possibile solo se tutti gli stakeholder lavorano nella stessa direzione".
In questo contesto, "sempre di più, il pediatra di famiglia vuole lavorare nel proprio studio e inserire l’attività vaccinale – continua D’Avino – avvalendosi anche di personale infermieristico e di supporto per migliorare l’organizzazione dello studio professionale. Questo, crediamo, sia fondamentale per aumentare le coperture vaccinali. Tutti i setting possono essere utili e giusti, ma quello dello studio del pediatra di famiglia è un setting che va sicuramente implementato". Come "federazione siamo impegnati attivamente in tutte le regioni d’Italia e collaboriamo con le campagne del ministero e dell’Istituto superiore di sanità perché riteniamo che le vaccinazioni siano uno strumento fondamentale di prevenzione delle malattie infettive".
A tale proposito "il counseling è fondamentale – osserva il presidente Fimp – La principale motivazione di esitazione o stanchezza vaccinale è la mancanza di informazioni adeguate. Invece, deve esserci consapevolezza da parte delle famiglie italiane della straordinaria efficacia dei vaccini. Per questo, durante le visite periodiche programmate, come i bilanci di salute, informiamo le famiglie, ma vorremmo sfruttare queste occasioni per vaccinare i bambini che risultano inadempienti".
Grazie all’anagrafe vaccinale regionale, auspicabile in ogni regione, ma presente in circa la metà, è possibile avere in tempo reale, attraverso il sistema informatico, "il polso della situazione in tempo reale, capire quali sono i bambini da vaccinare e attuare strategie di chiamata attiva". Certo, quando ogni regione avrà l'anagrafe e sarà adottato il fascicolo sanitario elettronico, "saremo nella situazione ottimale per avere contezza dei bambini da vaccinare".
Le famiglie italiane, del resto "vogliono continuare ad avere nel pediatra di famiglia il principale punto di riferimento per la crescita del bambino e l’assistenza sanitaria – sottolinea D’Avino – Abbiamo chiesto all’Università di Padova, dipartimento di Statistica, di effettuare un sondaggio di gradimento sulla figura del pediatra di famiglia. Sono stati intervistati più di 1500 genitori, rappresentativi di tutte le regioni italiane. Il campione era statisticamente significativo. I risultati sono stati molto incoraggianti perché è emerso, inoltre, che nei futuri modelli organizzativi, le famiglie desiderano un riferimento costante, proprio come il pediatra di famiglia".
L’importante è che il pediatra possa contate anche su "un’informazione istituzionale adeguata ai tempi – osserva il presidente Fimp – Troppo spesso i genitori ci riferiscono di aver letto su TikTok o altri social informazioni false, come la convinzione che il vaccino contro il morbillo causi l’autismo. Questo evidenzia quanto una comunicazione distorta arrivi più facilmente rispetto alla comunicazione scientifica. La mia speranza è che le istituzioni capiscano quanto sia importante programmare attività di sensibilizzazione di massa per contrastare queste false informazioni anche attraverso canali social con testimonial autorevoli, in modo che il messaggio arrivi alle famiglie – conclude – in maniera efficace".