Roma, 11 dic. (Adnkronos Salute) – Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) rappresenta una minaccia significativa per la salute pubblica non solo per i neonati: gli adulti sono forse quelli più a rischio, con conseguenze anche infauste. Ad oggi non esistono trattamenti specifici contro Rsv negli adulti e la terapia supportiva può comprendere broncodilatatori, supplemento di ossigeno, reintegrazione di liquidi e antipiretici. “L'autorizzazione del vaccino contro l’Rsv rappresenta una svolta fondamentale per proteggere la popolazione adulta più vulnerabile”. Così, Sara De Grazia, Vaccines medical head di Gsk Italia, in occasione di un incontro con la stampa a Roma, organizzato dalla farmaceutica, sottolinea che “oggi abbiamo a disposizione uno strumento per difendere gli adulti fragili da questa insidiosa infezione per la quale non esistono trattamenti terapeutici e la prevenzione resta l’unica arma. Una dimostrazione del bisogno medico esistente in tale ambito è che l’Ema ha valutato la domanda di autorizzazione all'immissione in commercio del vaccino con una procedura fast-track accelerata, consentendo un più rapido accesso a questa opzione profilattica”.
Secondo uno studio americano sulla mortalità per Rsv – si legge in una nota – fra il 1999 e il 2018, l’89% dei decessi è stato registrato negli ultra 65enni per un totale di 5800 persone contro un totale di 116 fino ai quattro anni di età. Si stima, inoltre, che 20 milioni di persone, tra i 50 e 59 anni, in 30 paesi europei presentino una condizione medica che aumenta il pericolo di andare incontro ad una malattia da Rsv. Questo virus può causare infezioni severe, in particolare, proprio negli anziani, a causa del declino naturale del sistema immunitario legato all’età, e negli adulti immunocompromessi o con patologie concomitanti, come malattie respiratorie, cardiovascolari e diabete. Rsv, inoltre, può provocare infezioni del tratto respiratorio inferiore, per esempio la polmonite, l’aggravamento delle patologie pre-esistenti (riacutizzazioni di malattie come asma e Bpco), complicanze cardiovascolari, ricoveri ospedalieri e, nei casi più gravi, portare al decesso. Ad oggi, Rsv è la terza causa più frequente di malattia del tratto respiratorio negli adulti, insieme al virus influenzale e Sars-CoV-2. Inoltre, secondo le stime, il numero di decessi causati da Rsv è più alto nella popolazione adulta rispetto a quella pediatrica.
In Italia, negli adulti di età superiore ai 60 anni, si stima che Rsv provochi circa 290 mila casi di infezione respiratoria acuta, 26.000 di ospedalizzazione e 1.800 morti in ospedale. Tuttavia, secondo gli esperti, il reale impatto clinico di questo virus nella popolazione adulta e anziana è probabilmente maggiore rispetto a quello riportato in letteratura, poiché la diagnosi non rientra fra le pratiche di routine. Insomma, possiamo dire che Rsv è "un patogeno globale in un mondo che invecchia", l’ha definito AR Falsey sul 'New England Journal of Medicine'. L’Italia è uno dei Paesi più longevi in Europa, al secondo posto dopo la Spagna.
In particolare, gli over 65 italiani sono il 23% della popolazione totale, e nel 2050 si prevede che arriveranno al 35%. Questa fascia di popolazione è anche una vera e propria economia – la chiamano Silver economy – che vale il 19,4% del Pil nazionale ed il 25% dei consumi delle famiglie italiane. È necessario perciò soddisfare le legittime attese di salute di queste persone che vogliono giustamente restare attive ed evitare, quando possibile, ricoveri e trattamenti e in egual modo soddisfare le attese della società e dell’economia che richiedono a questa fascia di popolazione di essere attiva, produttiva e possibilmente di non sovraccaricare il Ssn, grazie alla prevenzione.
Quest’anno la stagione invernale si preannuncia molto impegnativa, con una recrudescenza contemporanea di diversi virus respiratori che rischiano di mettere a letto o in terapia larga parte della popolazione italiana e in seria difficoltà i soggetti più fragili: non a caso l’Osservatorio influenza, fondato 13 anni fa come punto di riferimento per l’informazione sull’influenza stagionale, amplia il proprio raggio d’azione e diventa Osservatorio Virus Respiratorie.
Seguendo l’approvazione da parte di Ema e il parere positivo espresso dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica dell’Aifa, il vaccino adiuvato di Gsk contro Rsv è stato inserito nella Classe di rimborsabilità C mediante Determina n. 727/2023 del 29 novembre 2023, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 291 del 14 dicembre 2023. La vaccinazione anti-Rsv è attualmente raccomandata in diversi Paesi dai rispettivi gruppi tecnici nazionali sulle vaccinazioni (Nitag) e dalle principali società scientifiche. Sebbene non sia ancora inclusa nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) italiano, a gennaio 2024, il Board del Calendario della Vita ha pubblicato un documento in cui raccomanda la vaccinazione contro Rsv per i soggetti di età pari o superiore ai 75 anni e per quelli di età pari o superiore ai 60 anni con patologie croniche. Il vaccino contro l’Rsv di Gsk è un vaccino che parla italiano. Nello stabilimento di GSK di Parma, dal 2023 al 2024, sono state prodotte 7 milioni di dosi, distribuite in oltre 50 paesi in tutto il mondo, con prevalenza in Europa, negli Stati Uniti e in Cina.