Secondo le accuse, Dominique Pélicot, un ex agente di commercio insospettabile, aveva organizzato un vero e proprio circolo di violentatori nel piccolo villaggio di Mazan, in Provenza, nel sud della Francia, dove si era ritirato con sua moglie per godersi la pensione.
Donna drogata dal marito e violentata da almeno 70 sconosciuti
Dopo quasi quarant’anni di vita insieme e tre figli, Gisèle non avrebbe mai potuto immaginare l’orrore a cui il marito l’aveva sottoposta per circa dieci anni: la sera, prima di andare a letto, la drogava senza che lei se ne accorgesse. E dopo che lei aveva perso conoscenza, la faceva violentare da uno sconosciuto selezionato sul web: non lo faceva per soldi, gli bastava solo partecipare alle violenze e filmarle.
Secondo quanto ricostruito finora dagli investigatori, ciò è successo almeno 92 volte, con circa settanta diversi autori di stupro. “Sono inerte, addormentata e mi stanno violentando”.
“Questi uomini mi profanano, approfittano di me. Nessuno di loro pensa che sta accadendo qualcosa”, ha detto la donna ricordando il 2 novembre 2020, quando ignara fu convocata con il marito presso il commissariato di Carpentras e vide le prove delle violenze subite da lei, documentate dal marito. “Mi mostrano una foto. Non ho gli occhiali. Non riconosco la donna sul letto. Il poliziotto mi dice: ‘Signora Pélicot, guardi bene’. Faccio fatica a riconoscermi, sono vestita in un certo modo. Sono inerte, addormentata e mi stanno violentando. Stupro è la parola sbagliata, è una barbarie“.
Le violenze e i video del marito
Dall’indagine è emerso che Dominique Pélicot partecipava alle violenze sulla moglie e le filmava. Sono stati registrati 92 atti di violenza dal 2011, quando la coppia viveva ancora nella regione di Parigi, fino al 2020, quando ormai si erano trasferiti a Mazan, una città di circa seimila abitanti nel sud della Francia. La donna si è resa conto di ciò che le era successo solo a 68 anni, dopo l’arresto del marito che era stato sorpreso in un centro commerciale a filmare sotto le gonne di tre donne.
Durante le indagini su quel reato, gli investigatori hanno scoperto nel computer dell’uomo le foto e i video della moglie, incosciente, violentata dagli sconosciuti.
All’interno di una cartella chiamata “abuso” erano conservate più di 20mila foto e video, che il pensionato aveva accuratamente elencato con una data, un nome o un soprannome e un titolo pornografico. Erano le prove degli stupri subiti dalla moglie senza che lei se ne rendesse conto.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le violenze sarebbero iniziate nel 2013.
Il rituale di Pélicot era sempre lo stesso: su un sito web, oggi chiuso, l’uomo contattava il potenziale stupratore. Dopo aver fissato l’appuntamento per cena, il pensionato iniettava un potente anestetico nel pasto della moglie, facendole perdere conoscenza rapidamente. A quel punto entravano in azione i complici: gli uomini invitati ad abusare di sua moglie dovevano seguirne una serie di precauzioni ogni volta: parcheggiare l’auto a poche centinaia di metri dall’abitazione, non indossare profumi né fumare per evitare odori che potessero interrompere lo stato d’incoscienza della donna, spogliarsi in cucina per non lasciare tracce dei vestiti nella camera da letto e lavarsi le mani con acqua calda.
Pélicot non chiedeva soldi. Ciò che voleva era dare le sue istruzioni, osservare gli stupri ai quali lui stesso poteva partecipare e filmarli. La moglie non ricorda nulla tranne che alcune sere si sentiva particolarmente stanca dopo cena e si coricava. Secondo quanto riportato nel processo sarebbe stata violentata almeno 92 volte da circa settanta diversi autori di stupro. Gli investigatori hanno identificato cinquanta di loro: hanno tra i 21 e i 68 anni.
Alcuni di loro si sono difesi sostenendo di averlo fatto perché credevano che la donna fosse consenziente e pensavano che si trattasse di un gioco erotico della coppia. Di certo tutti sapevano bene che la donna dormiva dato che nella maggior parte dei video recuperati la vittima russava: atti che sfiorano la “necrofilia”, ha scritto l’esperto incaricato di redigere i profili psicologici degli autori degli stupri. Gli autori degli stupri rischiano fino a vent’anni di carcere.
Per Dominique Pélicot i guai giudiziari non finiscono qui: infatti è accusato anche dell’omicidio e dello stupro di una donna nel 1991. Mercoledì prossimo dovrà testimoniare in tribunale per quanto accaduto a Mazan l’11 settembre scorso. Il processo in corso ad Avignone dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno.”