Un avvertimento alla Cina sulla guerra dei dazi, un appello ai migranti da accogliere “alle nostre condizioni” e la promessa di “difendere le paghe dei lavoratori americani” favorendo la produzione interna, in linea con l'”America First”.
Usa 2024, il discorso del vice di Trump: “Uniti vinceremo”
Il discorso di investitura di J. D. Vance, senatore dell’Ohio, scelto da Donald Trump come candidato vicepresidente, ha entusiasmato la platea della convention Repubblicana a Milwaukee, Wisconsin. Vance ha raccontato la sua storia come esempio dell’American Dream: cresciuto nella Rust Belt americana in una famiglia di operai bianchi, con un padre assente e una madre alcolizzata, è stato affidato ai nonni. Nonostante le difficoltà, è riuscito a studiare, lavorare e affermarsi prima come imprenditore e poi come politico. Ricordando la madre “sobria da dieci anni”, ha scatenato l’entusiasmo dei sostenitori, che hanno invocato il nome della donna, apparsa commossa. Il vero messaggio politico di Vance è stato l’appello a “tutte le comunità dimenticate” dell’Ohio e d’America, dal Michigan al Wisconsin alla Pennsylvania, dichiarando: “Non dimenticherò mai da dove vengo”.
Usa 2024, il vice di Trump suona la carica: “Vinceremo”
Trump ha scelto Vance, un uomo che rappresenta il sogno americano partito dal basso, in contrasto con la propria figura di miliardario cresciuto in una famiglia ricca. Il discorso di Vance, semplice e diretto, mira a connettersi con l’America rurale spesso trascurata da Washington, fondamentale negli Stati chiave. La vittoria si deciderà negli Stati della Rust Belt, cuore dell’elettorato operaio. Vance è convinto di poter conquistare questo elettorato e consegnare a Trump un secondo mandato. La “nuova traiettoria americana” promessa da Vance prevede isolazionismo, protezionismo e dazi per favorire la produzione interna. Molti economisti vedono rischi, ma il messaggio dell’America First rimane potente, come dimostrato dall’ovazione finale per Vance. La base Repubblicana approva questa visione di un’America più dura con l’Europa e più chiusa sul mercato. Se la maggioranza degli americani condividerà questa visione, lo scopriremo con i primi sondaggi nelle prossime settimane.