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**Urbanistica: pm, 'da indagati interferenze su governo, dettato legge Salva Milano'**

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Milano, 5 mar. (Adnkronos) - "La novità più sorprendente, al limite dell'incredibile, che solo le intercettazioni hanno disvelato, e che dà la misura dell'attitudine eversiva degli indagati, è che la legge cosiddetta 'Salva Milano', di cui da mesi...

Milano, 5 mar. (Adnkronos) – "La novità più sorprendente, al limite dell'incredibile, che solo le intercettazioni hanno disvelato, e che dà la misura dell'attitudine eversiva degli indagati, è che la legge cosiddetta 'Salva Milano', di cui da mesi si dibatte pubblicamente, è stata risolutamente voluta e direttamente dettata dagli indagati Mario Cerri e Giovanni Oggioni (entrambi ex componenti della Commissione paesaggio) ai loro referenti politici presso il Governo e la Camera dei deputati, con l'aiuto anche dei referenti politici di Franco Zinna (ex direttore dell’area urbanistica di Milano)". E' quanto emerge negli atti d'indagine della procura di Milano sull'urbanistica che ha portato all'arresto (domiciliari) per corruzione di Oggioni, ex vice presidente della Commissione paesaggio di Palazzo Marino.

In un'informativa della Guardia di finanza del dicembre scorso emerge come "al fine dichiarato di interferire e neutralizzare la presente indagine giudiziaria, alcuni degli indagati, hanno, alacremente e coordinatamente, interferito sul Governo e sul Parlamento della Repubblica a tutela del loro operato e a salvaguardia del sistema corruttivo".

Un'attività di pressing – per "ottenere una legge che garantisse il sistema e impedisse l'azzeramento delle indagini" – perseguita con un "reticolo di influenti relazioni che dai loro uffici conduce direttamente al Governo e al Parlamento della Repubblica". Il fine è quello di "confezionare una legge che, agendo sui punti più sensibili delle violazioni della normativa urbanistica rilevate dai magistrati potesse mettere al riparo il sistema edilizio instaurato a Milano dalle conseguenze dei procedimenti penali in corso". Come disvelano le intercettazioni, gli indagati – che puntano a una sorta di condono edilizio – mirano a un testo unico dell'edilizia per "mettere in scacco le indagini".