Sono ormai diversi mesi che Ilaria Salis è detenuta a Budapest, in Ungheria.
La 39enne italiana è accusata di aver aggredito due persone e per qiesto è stata incarcerata nel Paese in cui è avvenuto il fatto e non le è stato permesso un ritorno in Italia. Le immagini della sua ultima visita al tribunale di Budapest hanno riacceso il caos mediatico attorno al suo caso.
Ilaria Salis in carcere: l’arresto
L’attivista era stata arrestata in Ungheria l’11 febbraio 2023 con l’accusa di aver aggredito due neonazisti nel “Giorno dell’onore” e da quel momento sono iniziati i suoi guai giudiziari.
La Salis aveva raccontato le condizioni tremende della sua prigionia in diverse lettere, alcune delle quali sono state consegnate ora dall’Ambasciata ai familiari e pubblicate in esclusiva da Repubblica e dal Tg3. “Dobbiamo chiedere al ministro ungherese cosa intende per ‘martire‘, se intende una persona torturata per 35 giorni certo, Ilaria è una martire“ – lamenta Roberto, il padre di Ilaria.
Ilaria Salis in carcere: le lettere
“Dalla bocca di lupo scorgo alcune guglie e immagino che si tratti di una cattedrale.
In seguito scoprirò che in realtà è il Parlamento” – inizia così una delle lettere di Ilaria che racconta i suoi primi giorni di prigione, tra l’assenza dei libri e l’unica possibilità di svago lasciata all’ora di aria aperta – “Un’esperienza forte, lì hai davvero la sensazione di essere in prigione“. “Le altre detenute mi scrutano a distanza come se fossi una creatura strana” – racconta la maestra milanese in uno scritto – “Sono qui in prigione in un paese che non conosco, senza contatti e non capisco quasi nulla di ciò che accade intorno a me.
Mi sento tumulata viva, segregata in un mondo alieno, in un baratro oscuro “dove ‘l sol tace”.