Come dimenticare l’epica ricostruzione dell’affondamento del Titanic realizzata dal regista James Cameron? L’avvistamento tardivo dell’iceberg, la virata improvvisa, il rapido inabissamento nelle gelide acque dell’Atlantico, e via così.
Eppure, dall’inestinguibile serbatoio di teorie più o meno accreditate sulle cause della sciagura, emerge oggi una novità inattesa che, se inserita in un film, renderebbe tutto molto meno romanzesco. Pare, infatti, che a causare l’incidente sarebbe stato un banale errore del timoniere. Detto in parole povere, l’uomo anziché virare a destra virò a sinistra (o viceversa, poco cambia).
A sollevare la questione, Lady Louise Patten, moglie dell’ex ministro dell’istruzione Lord John Patten e – motivo che la eleva a testimone di una certa credibilità – nipote del secondo ufficiale Charles Lightoller, uno dei pochi ad essere sopravvissuti al disastro.
Louise Patten è divenuta depositaria di un segreto quasi centenario, finora mai emerso. In realtà, al contrario di quanto creduto finora, l’iceberg sarebbe stato avvistato per tempo ma fu la virata ad essere eseguita maldestramente dal timoniere. Un errore fatale ed irrecuperabile, che nella notte tra il 14 ed il 15 aprile 1912 causò la morte di oltre 1500 persone.
Più precisamente, l’errore umano scaturì da un’incomprensione verbale: in base al racconto di nonno Lightoller, il timoniere si sbaglio perché, all’epoca, si stava passando dal tradizionale sistema di comunicazione per la navigazione delle navi a vela a quello più recente delle navi a vapore.
Due linguaggi con significati opposti e ancora fonte di confusione per l’equipaggio della grossa nave. Fu così che, all’ordine di virare in una direzione, il timoniere Hitchens male interpretò le parole del suo superiore e spostò la rotta sulla traiettoria sbagliata. Quello che avvenne dopo è storia.
Non solo: per Lightoller, fu criminale la decisione del capitano Edward Smith di far proseguire la navigazione nonostante la vistosa falla provocata dallo scontro con l’iceberg.
In questo modo, l’acqua penetrata nelle paratie fu maggiore di quanta ne sarebbe entrata a motori spenti e il Titanic affondò molto più rapidamente. Se consideriamo che la nave più vicina si trovava a quattro ore di distanza, si può ragionevolmente ipotizzare che, sospendendo la traversata subito dopo lo scontro, ci sarebbero state buone possibilità che il Titanic rimanesse a galla il tempo sufficiente a ricevere i soccorsi.