Una madre a Roma è in tribunale per abusi e lesioni gravi, paragonando la situazione a "bambini di Auschwitz". I suoi figli sono stati sottoposti a brutalità estreme come essere scottati con acqua bollente e avere sigarette spente sul loro corpo.

Un processo a Roma riguarda una donna di 25 anni, arrestata nel 2023, accusata di abuso e maltrattamento dei suoi figli di 4 e 6 anni in un casolare ad Aprilia. Secondo il resoconto della polizia e del pm Antonio Verdi, i minori subivano percosse e violenze, veniva loro gettata dell'acqua bollente addosso e la madre spegneva le sigarette sulla loro pelle. Alla donna viene contestato l'ulteriore reato di "tortura". I bambini vivevano in condizioni insalubri, venivano negati cibo e avevano difficoltà a muoversi. Il padre è scappato in Francia con due dei quattro figli mentre lei rimase con gli altri due, trasferendosi poi in un appartamento con un nuovo partner.

Un processo è in corso a Roma per una donna di 25 anni accusata di aver abusato e ferito i suoi figli di 4 e 6 anni.

“Le loro condizioni erano simili ai bambini del lager di Auschwitz”, ha detto un agente di polizia riferendo in tribunale lo stato in cui ha trovato i bambini, lasciati dalla madre in un casolare ad Aprilia. La donna venne arrestata nel maggio del 2023, ma l’abuso nei confronti dei bambini sarebbe durato da almeno due anni. Le ricerche hanno rivelato una realtà raccapricciante. Secondo quanto riferito da La Repubblica, i minori subivano percosse, non solo con calci e pugni, ma anche con bastoni e cavi della televisione, e veniva loro gettata dell’acqua bollente addosso.

Inoltre, il pm Antonio Verdi, responsabile dell’inchiesta, afferma che la donna spegneva le sigarette sulla pelle dei figli. Le registrazioni giudiziarie menzionano “danneggiamenti papulari diffusi in tutto il corpo”, “gonfiore”, “ustioni”, “edema ai piedi e alle caviglie”. Quando la polizia ha scoperto i bambini, avevano difficoltà a muoversi e a stare in piedi. Secondo i procuratori, la madre negava loro cibo e li costringeva a vivere in condizioni insalubri.

All’imputata viene contestato l’ulteriore reato di “tortura”. Il padre, invece, è scappato in Francia, portando con sé due dei quattro figli avuti con la donna. Lei è rimasta a vivere con gli altri due figli in un campo nomadi fino a quando ha incontrato un nuovo partner. La coppia si è poi trasferita in un appartamento, ma l’interesse era rivolto soltanto ai figli di lui.