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Un ragazzo di 15 anni è deceduto, e si lamenta che gli insegnanti non hanno strumenti adeguati, esprimendo la necessità di supporto.

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La tragica morte di un giovane a Senigallia solleva interrogativi sulla necessità di un sostegno psicologico generalizzato per i ragazzi vulnerabili

La comunità di Senigallia (Ancona) è in stato di shock per la tragica scomparsa di Leonardo, un ragazzo di 15 anni che ha deciso di porre fine alla sua vita in un casolare rurale, presumibilmente a causa di atti di bullismo. Molti si interrogano sul motivo di questo gesto estremo. “Non è giusto”, dichiara un’insegnante dell’istituto Panzini, la scuola che il giovane frequentava da poco tempo, preferendo rimanere anonima. “A 15 anni si ha diritto di vedere una via d’uscita, è nostro dovere aiutarli a trovarla. Troppi adolescenti vivono un dolore profondo che è invisibile a noi, non riescono a scorgere un futuro né a immaginare una via d’uscita. Si sentono risucchiati in un abisso privo di speranza, soli e incompresi. Gli adulti spesso non sono attrezzati per gestire un disagio di tali dimensioni. I dati parlano chiaro, e lo affermano anche gli psichiatri, gli operatori della salute mentale infantile e gli insegnanti, che si sentono impotenti”.

Appello per un supporto psicologico generalizzato

Viene quindi lanciato un appello per un supporto psicologico generalizzato: “Abbiamo bisogno di aiuto. I ragazzi necessitano di assistenza professionale, accessibile e garantita dallo Stato. Senza questo, sarà difficile uscirne. Spero sinceramente che la morte di Leonardo possa servire da monito, affinché i giovani vulnerabili trovino il coraggio di aprirsi e gli adulti siano pronti ad ascoltarli. Dobbiamo tutti riflettere su noi stessi, perché il suicidio di un ragazzo di 15 anni evidenzia che nessuno può dirsi non colpevole; abbiamo fallito come comunità e non possiamo permettere che accada di nuovo