> > Un minuto di quiete è stato osservato a Milano in memoria di Nasrallah duran...

Un minuto di quiete è stato osservato a Milano in memoria di Nasrallah durante un raduno.

1216x832 28 22 45 35 898243080

La protesta pro-Palestina settimanale di Milano ha iniziato con un minuto di silenzio in onore del capo di Hezbollah assassinato, Hassan Nasrallah, e altri martiri. Il presidente della comunità palestinese della Lombardia, Khader Tamimi, ha ribadito il forte spirito di resistenza nonostante le perdite umane. La protesta ha visto la partecipazione di Chef Rubio, che ha esortato la gente a partecipare alla protesta a Roma il 5 ottobre, nonostante il divieto. Rubio ha parlato del suo assalto recente e ha espresso scetticismo sulle indagini in corso. Per l'aggressione, la procura ha avviato un'indagine per lesioni aggravate da odio razziale.

La regolare protesta pro-Palestina di Milano, che si svolge ogni sabato in una diversa ubicazione da quando è scoppiato il conflitto lo scorso ottobre, è iniziata con un minuto di silenzio richiesto dagli organizzatori in onore di Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah assassinato in Libano, e di tutti gli altri martiri. Khader Tamimi, il presidente della comunità palestinese della Lombardia, ha dichiarato da Piazzale Loreto, dalla testa del corteo, “Abbiamo subito molte perdite umane, ma non abbiamo ceduto alla resistenza, non abbiamo issato la bandiera bianca come desidererebbe Netanyahu”. Alla protesta, diretta al Parco Trotter, ha partecipato anche Chef Rubio. Forze dell’ordine sia locali che nazionali erano presenti sul posto. “Partecipate alla protesta il 5 ottobre a Roma perché si terrà nonostante il divieto della prefettura”, ha invitato Gabriele Rubini, noto come Chef Rubio, durante la protesta a favore della Palestina a Milano. “Il declino della colonia sionista è vicino, si trovano in un angolo e l’ansia esalta ciò che sanno fare meglio: odiare, mentire e distruggere”, ha affermato Rubini, che ha poi raccontato l’aggressione subita quattro mesi fa sotto casa sua a Roma da dieci persone: “L’antimafia sta indagando, ma non ho nessuna fiducia nelle loro indagini”. Sui fatti, la Procura ha avviato un’indagine per lesioni aggravate da odio razziale.