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Un messaggio allarmante è stato mostrato contro Liliana Segre durante la manifestazione pro-Palestina svoltasi a Milano.

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Dopo la morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, centinaia di persone hanno manifestato a Roma e Milano in solidarietà con i palestinesi e i libanesi e contro Israele. Durante le proteste, sono stati esposti cartelli controversi, tra cui uno che etichettava Liliana Segre come 'Agente sionista'. Questi atti hanno scatenato condanne da parte del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Nonostante la proibizione dal commissariato, è prevista un'altra manifestazione a Roma, con organizzatori che insistono sulla sua tenuta. Durante un sit-in al Pantheon, è stato osservato un minuto di silenzio per Nasrallah e le vittime civili libanesi. Infine, i manifestanti a Milano hanno dedicato il loro corteo al leader di Hezbollah.

Nell’indomani della scomparsa del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, centinaia di persone hanno marciato a Roma e Milano per esprimere la loro vicinanza ai palestinesi e ai libanesi e protestare contro Israele. Alcuni manifestanti hanno portato cartelli shockanti, incluso uno che raffigurava Liliana Segre con le parole ‘Agente sionista’. La Brigata Ebraica di Milano, la Comunità Ebraica di Roma e il presidente della Camera Lorenzo Fontana, tra gli altri, hanno espresso solidarietà alle persone prese di mira nella parata milanese.

Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha condannato con forza questi atti, particolarmente i cartelli che elencano nomi e cognomi di individui accusati di essere ‘agenti sionisti’, tra cui Liliana Segre, il Ministro della Difesa Guido Crosetto e Riccardo Pacifici. Ha denunciato queste azioni come violenze verbali e diffamatorie inaccettabili.

Tutti gli occhi sono rivolti alla manifestazione di grande portata pianificata a Roma per il prossimo sabato, nonostante sia stata proibita dalla questura, alla vigilia dell’anniversario del 7 ottobre. Durante un sit-in presso il Pantheon a Roma, il movimento Cambiare Rotta e Osa, Potere al Popolo, e alcuni attivisti dei Giovani Palestinesi Italiani hanno espresso il loro desiderio di porre fine ai bombardamenti in Libano e al genocidio a Gaza. Circa 250 persone erano presenti. Molti partecipanti hanno scandito “Palestina Libera” e sollevato cori contro Israele e il governo italiano.

Al sit-in, è stato osservato un minuto di silenzio in onore di Nasrallah, ma, come ha precisato un attivista, più importantemente, per tutte le vittime civili libanesi.

Per coloro che abitano nei campi profughi e devono essere spostati, il Libano rimane un paese indipendente. Riducendosi a un attacco di pirateria globale. Al corteo, fra le molteplici bandiere che ondeggiavano al vento, si notava anche l’insegna di Hezbollah. Si è poi rivolto l’attenzione al 5 ottobre come “un anniversario del genocidio in Palestina”. Gli organizzatori persistono nell’intenzione di organizzare la manifestazione, a partire da Piramide Cestia, nonostante il rifiuto dell’autorizzazione della questura. Le potenziali sfide legate all’evento sono state esaminate in due occasioni al Viminale dai capi delle forze di polizia e dell’intelligence, con la presenza anche del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Quindi, è stato deciso di non procedere con il corteo. Tuttavia, gli organizzatori non demordono. “Il governo intende sopprimere la discordia. Il 5 noi ci saremo in piazza comunque”, dichiarano i Palestinesi. L’Unione Democratica Arabo-Palestinese (Udap) ha evidenziato l’arbitrarietà e la politicità del rifiuto da parte della questura, come evidenziato dal testo della notifica di divieto, che ha poco a che fare con le questioni di ordine pubblico. “Nell’ultimo anno si sono svolte centinaia di manifestazioni pro Palestina in Italia, senza mai rappresentare una minaccia per l’ordine pubblico”, sottolinea l’Udap, che ha incaricato i suoi avvocati di presentare un ricorso al TAR. A Milano, il corteo è iniziato in piazzale Loreto ed è stato dedicato al leader di Hezbollah assassinato. “Abbiamo perso molte persone, ma non la nostra resistenza, non abbiamo arreso come voleva Netanyahu”, ha affermato Khader Tamimi, presidente della comunità Palestinese della Lombardia. Anche Chef Rubio era tra i partecipanti.

“Venite a Roma il 5 ottobre, la nostra manifestazione avrà luogo nonostante il proibizione della prefettura”, ha affermato Gabriele Rubini, noto come Chef Rubio. Ha proseguito dicendo: “La conclusione della colonia sionista è vicina. Trovandosi in una posizione angolare, il terrore esalta ciò che sono capaci di fare: odiare, mentire e annientare”.