La Corte di Assise di Pisa ha inflitto una condanna all’ergastolo a Gianluca Paul Seung per l’uccisione della psichiatra Barbara Capovani.
L’episodio è avvenuto il 21 aprile 2023, Quando Seung, ex paziente della vittima, l’ha aggredita davanti al reparto, infliggendole ferite mortali. Durante il processo, iniziato a dicembre 2023, Seung ha riconosciuto di essere il colpevole. Inoltre, è stato obbligato a risarcire le parti civili e a coprire le spese legali.
Nell’udienza del 16 ottobre, l’uomo ha dichiarato: “Confermo di essere l’aggressore di Barbara Capovani e di averle causato la morte nell’ospedale di Santa Chiara a Pisa.
Ero lì mascherato e l’ho colpita con un oggetto contundente”. Ha precisato di aver agito con l’intenzione di ferirla, non di ucciderla, negando qualsiasi pianificazione dell’atto. Seung ha impiegato circa un’ora per esporre le sue versioni, lanciando accuse sprezzanti nei confronti della vittima. “Capovani non ha dignità per le mie segnalazioni, e questo è il motivo per cui ho agito come ho fatto”.
Versione di Seung sull’aggressione
Seung ha dichiarato di aver desiderato che la dottoressa svanisse nel nulla per potersi allontanare. Tuttavia, le grida della donna delle pulizie lo hanno colto di sorpresa, spingendolo a colpire con maggiore intensità e rapidità, con l’unico obiettivo di fuggire in fretta. Se non fosse stato identificato come autore del gesto, avrebbe rivelato la verità dopo un certo periodo. Durante le arringhe, gli avvocati difensori del 34enne hanno sostenuto l’incapacità di intendere del loro cliente, chiedendo quindi una sentenza di assoluzione; in alternativa, hanno richiesto che, se considerato capace, il reato fosse ridefinito da omicidio volontario a preterintenzionale, eliminando l’aggravante della premeditazione.
I legali Gabriele Parrini e Andrea Pieri hanno esaminato la confessione di Seung, evidenziando come l’imputato avesse agito con l’intenzione di ferire la psichiatra, non di ucciderla, e che con i primi colpi aveva cercato di contenere la propria forza. Hanno argomentato quindi per una modifica della qualificazione del reato e l’esclusione dell’aggravante di premeditazione. Dall’altro lato, l’accusa ha richiesto per lui una pena dell’ergastolo, con isolamento per 18 mesi.