L'ultimo dei Killfie: Remi Lucidi è precipitato da un grattacielo per un selfie su Instagram

L'acrobata francese potrebbe essere vittima del fenomeno Killfie che ha ucciso più di 400 persone in 15 anni.

Un selfie spettacolare per Instagram è costato la vita a un 30enne.

Remi Lucidi amava sfidare la gravità, ma questa volta è morto precipitando dal 68esimo piano di un grattacielo a Hong Kong.

Il caso Remi riporta all’inquietante bollettino di guerra che si sta consumando per la smania di protagonismo sui social. Un fenomeno che esperti psicologi hanno definito “Killfie” (crasi di due terminologie inglesi: killer e Selfie). Quando il selfie uccide.

Morire per un selfie

Remi Lucidi era un acrobata francese noto su Instagram con lo pseudonimo “Remi Enigma”.

Un enigma resterà la sua assurda morte, sopraggiunta a seguito di un’azione spettacolare e consapevole, tutto per condividere selfie spericolati.

Le indagini della polizia ora dovranno ricostruire la dinamica dell’incidente avvenuto al settimana scorsa. Remi è salito su uno dei grattacieli più alti al mondo per scattarsi un selfie ad alta quota da postare sul social. Una volta raggiunto il 68esimo piano della Tregunter Tower (alta 327 metri) si è messo in posa per lo scatto ma ha perso l’equilibrio, precipitando nel vuoto.

L’episodio ha scosso i residenti del Mid-Levels, uno dei quartieri più esclusivi che con le sue vette di vetro e acciaio impreziosisce lo skyline di Hong Kong.

Le azioni spericolate di Remi Lucidi

La polizia sta raccogliendo alcune testimonianze per ricostruire la dinamica della caduta. Una cameriera della lussuosa torre lo avrebbe visto bussare alle finestre di un attico nel tentativo di salvarsi rientrando nell’edificio.

Remi è riuscito a raggiungere il piano eludendo la sicurezza e forzando la porta che dal 49esimo piano conduce al livello 68, subito dopo l’uscita dall’ascensore.

Voleva tentare la sua ultima impresa, dopo le arrampicate spericolate a Dubai, in Bulgaria e nella sua Francia.

Il fenomeno del Killfie: più di 400 morti in 15 anni

La morte di Remi Lucidi potrebbe rientrare nello strano bollettino di guerra definito dagli esperti psicologi “Killfie”, una smania di protagonismo mista a spericolatezza che dal 2008 al 2021 ha ucciso quasi 400 persone nel mondo. Si tratta di persone (molti sono anche i giovani italiani) che sfidano i pericoli per un autoscatto sul crinale della vita e della morte (pochi secondi prima dell’arrivo di un treno, sulla cima di una montagna o di un grattacielo, sul ciglio di una strada trafficata).

Commentando un’indagine di Eurispes, alcuni esperti psicologi hanno tracciato il profilo del Killfie. Si tratta di un soggetto dai “comportamenti di estrema imprudenza soprattutto da parte dei giovani, alla ricerca di adrenalina o nel tentativo di apparire audaci, sono sempre esistiti ma questo è anche un fenomeno nuovo. C’è un uso deteriore delle tecnologie: non c’è solo la sfida alla sicurezza, ma un narcisismo acrobatico, la ricerca della spettacolarizzazione, che non riguarda solo chi resta ucciso o ferito, ma anche i selfie fatti sui luoghi di tragedie, un comportamento riprovevole sul piano etico”.

Spettacolarizzazione della fiera della vanità dei protagonisti che “in alcuni casi hanno causato incidenti che potevano coinvolgere altre persone innocenti“. Un dettaglio inquietante che ci riporta alle challenge spericolate e al tragico epilogo degli Youtuber TheBorderline; a quanto accaduto a Roma con la morte del piccolo Manuel.