Roma, 30 gen. (Adnkronos) – "Sulla Bussola per la competitività esiste il rischio che l’attenzione sia concentrata esclusivamente sulla riduzione delle emissioni di CO2, senza nessun altro obiettivo di tutela ambientale, con effetti deleteri anche sulla competitività stessa. Condividiamo poi appieno l’importanza della semplificazione, ma vi è un forte pericolo che questa venga intesa come una deregolamentazione selvaggia, che si abbatte come una scure sulle norme a protezione dell’ambiente e delle persone. Mettere totalmente in discussione la legislazione sulla sostenibilità costituirebbe un clamoroso passo indietro”. Così la delegazione italiana dei Verdi al Parlamento europeo, con Benedetta Scuderi, Cristina Guarda, Ignazio Marino e Leoluca Orlando.
“Inoltre – continuano i Verdi italiani – non possiamo nascondere dietro il mito della neutralità tecnologica un'apertura a tecnologie che continuano a legarci ai combustibili fossili e che sono fortemente dannose per l'ambiente e per la nostra salute. Ma l’aspetto veramente preoccupante è la riduzione degli strumenti a salvaguardia dei lavoratori, che vengono di fatto lasciati soli ed inermi a fronteggiare i cambiamenti in atto. Su questo ribadiamo ancora una volta che la transizione deve essere giusta e non a danno delle categorie più esposte. Bisogna, per altro verso, creare stabilità e certezza negli investimenti, evitando di emulare la deriva ‘trumpiana’ che spazza via tutti gli impegni già presi e che è un danno per le nostre imprese più virtuose, così come per la società e l'ambiente”.
“Sulle risorse da impiegare riteniamo anche che sia impensabile fare leva soltanto sui, pur necessari, fondi privati: se si guarda agli investimenti delle altre potenze globali, si coglie subito l’urgenza di nuovi meccanismi pubblici di finanziamento, che devono essere collegati a condizionalità sociali e ambientali. Queste criticità per noi non passano inosservate. Allo stesso tempo dedicheremo la massima attenzione alle proposte in arrivo sull’industria ad alta intensità energetica e sugli appalti pubblici, cruciali per comprendere l’impatto concreto degli indirizzi della Commissione”, concludono.