Roma, 24 ott. (Adnkronos) – Nel corso del convegno al Senato 'Salviamo l’Onu', organizzato dalla Fondazione PerugiAssisi e promosso dalla senatrice Ilaria Cucchi, è intervenuto l'eurodeputato S&d Marco Tarquinio, tra i promotori dell’Intergruppo per la pace nel Parlamento di Strasburgo. “Nell'Europarlamento – ha detto Tarquinio – c’è una linea di faglia che attraversa tutti i movimenti politici, anche europeisti: alcuni ritengono il dialogo multilaterale e un’azione politico-diplomatica a tutto campo la priorità dell’Unione Europea, altri considerano i confini tra gli Stati della Ue come una inesorabile linea del fronte con la Russia e i suoi più o meno stabili alleati. Bisogna ricucire la frattura per non tradire la vocazione e il senso dell’Europa comunitaria, grande progetto di pace”.
“Questa sfida e questa certezza -ha spiegato – hanno spinto un buon numero di parlamentari europei a promuovere un ‘Intergruppo per la pace, la diplomazia e il dialogo multilaterale’. Un progetto che già nel nome richiama le iniziative gemelle in corso nel Parlamento italiano: nessuno fa niente da solo. Non ci concentriamo solo sulle guerre più grandi e vicine, a partire dai conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese-libanese, ma su ogni crisi bellica e umanitaria".
"Abbiamo già raccolto – ha specificato l'eurodeputato S&D – un significativo numero di adesioni. Serve ora l'appoggio formale di almeno tre dei quattro gruppi – S&D, Renew, Verdi e The Left – di cui fanno parte i primi firmatari: Michael McNamara, Leoluca Orlando e Danilo Della Valle oltre al sottoscritto. Il fatto, poi, che un collega italiano del Ppe, Massimiliano Salini, abbia avanzato una proposta che ha importanti punti di contatto con la nostra mi fa sperare che si possano far convergere le iniziative. Siamo parlamentari di gruppi – ha concluso Tarquinio – differenti e la costituzione dell’Intergruppo, idea nata in dialogo con la società civile italiana ed europea e specialmente con gli organizzatori della Marcia PerugiAssisi, è e dovrà essere di più il risultato di un impegno corale. Non ci sono primazie di questo o di quello, ma la consapevolezza dell’urgenza di riflessioni e azioni condivise di quanti non si rassegnano al ritorno della politica di guerra. Le nostre stesse diversità rafforzano e danno anima a una comune assunzione di responsabilità sulla pace”.