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Ue: Pd Senato, 'da Meloni confusione e propaganda anti-europea su assegno unico'

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Roma, 26 giu. (Adnkronos) - “La Presidente del Consiglio Meloni critica confusamente, con spirito anti-europeo, le motivazioni della procedura d’infrazione, aperta dalla Commissione Europea, sulla modifica dell’assegno unico operata dal suo governo". Così i senatori del...

Roma, 26 giu. (Adnkronos) – “La Presidente del Consiglio Meloni critica confusamente, con spirito anti-europeo, le motivazioni della procedura d’infrazione, aperta dalla Commissione Europea, sulla modifica dell’assegno unico operata dal suo governo". Così i senatori del Pd Graziano Delrio e Antonio Nicita.

"Nel sostenere che l’Assegno Unico – introdotto anni fa dai governi di centrosinistra – sia uno strumento per sostenere famiglie e natalità, la Presidente Meloni insiste nella coincidenza tra natalità e italianità, come se l’incremento della popolazione debba rispondere solo ai requisiti prescelti dalle pulsioni identitarie di certa destra. Quanto all’obbligo di essere residente e domiciliato con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio, espressamente chiesto all’epoca da Lega e Fratelli d’Italia, la Commissione evidenzia che tali due stringenti requisiti violano la legge comunitaria sul coordinamento della sicurezza sociale e sulla libera circolazione dei lavoratori".

"Inoltre, la Commissione contesta il requisito dei due anni di residenza anzitutto rispetto ai cittadini comunitari. In altri termini, non si possono svantaggiare i cittadini comunitari che lavorano in Italia e che debbono aspettare due anni per avere l’Assegno Unico (se non hanno un contratto di lavoro almeno semestrale) e che non possono mantenere i figli che hanno lasciato nel paese d’origine. Peraltro, in passato gli assegni familiari furono già riconosciuti a questi soggetti, senza le due condizioni che sono contestate dall'Unione Europea. Piuttosto il tema vero sono le poche risorse pianificate dal governo Meloni. Attaccare in Parlamento la Commissione europea, senza comprendere il merito delle osservazioni, non è il modo migliore di difendere l’interesse dell’Italia e degli italiani tutti”.