Roma, 20 mar. (Adnkronos) – "C'è qualcosa di offensivo nelle parole della Presidente Meloni alla Camera perché chiaramente si voleva colpire uno dei luoghi in cui l'Europa è nata, anticipando lo spirito che in qualche modo poi si è conclamato attraverso il percorso di costruzione". Lo ha detto l'ex ministro del Lavoro ed esponente Pd, Andrea Orlando, a Tagada' su La7.
"Perché chi rifletteva in un'isola senza sapere cosa stava accadendo nel mondo, senza avere la possibilità di discutere, rifletteva sui disastri prodotti dal nazionalismo e diceva che l'unico modo affinché non ci siano più guerre è che si vada nella direzione di un'Europa che, dopo aver generato la prima e la seconda guerra mondiale, soltanto se si pacifica, se si costruisce una dimensione federale, potrà impedire altre guerre del futuro. L'eroicità di quel pensiero sta nel fatto che avviene proprio nel momento più disperato, quando Hitler sembrava stesse vincendo la guerra. Quindi c'è una grandezza in quelle pagine enorme che la Premier ha voluto sbeffeggiare. Io sono offeso perché mi riconosco in quella prospettiva, non sono sorpreso che la Meloni tra gli aguzzini di Spinelli e Spinelli preferisca gli aguzzini di Spinelli, penso sia un dato conclamato e lo ha soltanto ribadito".
"Io penso che sia difficile non reagire a una cosa del genere. Credo che giudicare un manifesto scritto in prigionia nel '41 – ha aggiunto Orlando – con i nostri occhi sia una cosa stupida e provocatoria. Tra l'altro contrapporre De Gasperi a Spinelli è un'altra stupidaggine perché sono stati proprio i padri fondatori che hanno voluto ricollegarsi al manifesto di Ventotene nonostante venissero da culture diverse. Non a caso una delle più importanti aule del Parlamento europeo è stata intitolata ad Altiero Spinelli ed è stata votata da tutte le famiglie politiche, in un'epoca nella quale la famiglia più importante a livello parlamentare era quella popolare, che se avesse visto in Spinelli un nemico non gli avrebbe intitolato una delle più importanti sale".