Fratelli d’Italia segue e sostiene la linea di Giorgia Meloni. Secondo fonti vicine alla premier, lo strappo in Consiglio Europeo non avrà contraccolpi sul ruolo dell’Italia nella prossima Commissione Europea.
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Ue, non ci saranno contraccolpi per l’Italia
“È il suo schema di gioco preferito, quello che le riesce meglio. Come col governo Draghi, ma anche col Conte uno: nessun sostegno, ma con la schiena dritta sull’Ucraina” hanno dichiarato fonti riportate da Adnkronos. Secondo chi è vicino a Giorgia Meloni, lo strappo che si è consumato in Consiglio Europeo, con il no ad Antonio Costa e Kaja Kallas ma la mano tesa della presidente Ursula von der Leyen, non avrà contraccolpi sul ruolo dell’Italia nella prossima Commissione Europea. Le stesse fonti hanno aggiunto che fino al 18 luglio saranno giorni complicati per l presidente del Consiglio e hanno confermato che Raffaele Fitto è sempre in pista, ma un eventuale ruolo deve rispecchiare la partita che sta giocando in casa da oltre un anno.
La premier si fida ciecamente del ministro salentino e le costerebbe tanto privarsi di un fedelissimo con 4 deleghe all’attivo, che non verrebbe sostituito spingendo verso un rimpasto del governo. Le sue deleghe verrebbero ridistribuite.
Ue, la mossa di Giorgia Meloni e la difesa di Fratelli d’Italia
La premier ha cercato di difendersi dalle critiche di chi le attribuiva le responsabilità di aver isolato l’Italia con la scelta di non avallare il pacchetto dei top jobs. “Penso che il ruolo dell’Italia non sia quello di aspettare quello che fanno gli altri e accodarsi. Io sono sempre stata convinta che la leadership è quando qualcuno si accorge che tu esisti” ha dichiarato la Meloni, criticata dalle opposizioni, in particolare Giuseppe Conte.
Fratelli d’Italia sostiene la sua linea. Carlo Fidanza rivendica con orgoglio il fatto che la premier sia stata l’unica leader dei 27 a non votare per nessuno dei tre candidati. Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei Conservatori e riformisti europei, evidenzia “il segnale chiaro” inviato da Meloni all’Europa. Tra i Conservatori non manca chi lancia frecciate al premier ungherese Viktor Orban, che ha votato contro il bis di von der Leyen e dicendo sì a Costa e astenendosi su Kallas.