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Ue: Meloni, 'servono investimenti comuni, nessuno può fare da solo'

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Roma, 26 giu. (Adnkronos) - "La doppia crisi - prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina - ha mostrato quanto fosse sbagliata l’idea di un’Europa che giocava quasi esclusivamente il ruolo di piattaforma commerciale, intermediando tra l’America e i giganti asiatici, lasciand...

Roma, 26 giu. (Adnkronos) – "La doppia crisi – prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina – ha mostrato quanto fosse sbagliata l’idea di un’Europa che giocava quasi esclusivamente il ruolo di piattaforma commerciale, intermediando tra l’America e i giganti asiatici, lasciando ad altri il controllo delle catene del valore. Quando gli shock sono arrivati e quelle catene del valore, che erano troppo lunghe e poco affidabili, si sono interrotte, l’Europa si è scoperta del tutto esposta ad eventi che non poteva prevedere né controllare. Abbiamo capito allora quanto – su materie prime fondamentali come quelle critiche, l’energia, diversi settori strategici – il nostro destino fosse legato alla volontà di attori purtroppo non sempre amici. Con le conseguenze drammatiche che questo ha avuto, e continua ad avere, sui nostri sistemi economici e produttivi". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo al via da domani a Bruxelles.

"È da questa consapevolezza che il governo intende partire per affrontare i lavori di questo Consiglio europeo, a partire dal punto molto importante iscritto all’ordine del giorno che riguarda l’Agenda strategica 2024-2029, cioè il quadro delle priorità che l’Europa intende darsi per i prossimi anni. L’Italia ha chiesto e ottenuto che, nel preambolo dell’Agenda – rivendica la premier -, venissero richiamati due principi cardine della costituzione europea e dei quali Parlamento europeo, Consiglio e Commissione devono a nostro avviso tenere maggiormente conto nella loro azione: il principio di sussidiarietà e il principio di proporzionalità. Significa che l’Unione europea dovrà concentrarsi sui grandi temi strategici, su quelle materie e su quelle sfide dove è essenziale unire le forze, ed evitare di occuparsi di quei settori dove gli Stati nazionali, anche con le loro articolazioni locali, possono ottenere risultati migliori in una logica di prossimità ai cittadini".

"E sempre con questa logica abbiamo chiesto e ottenuto che nel preambolo dell’Agenda strategica fosse richiamato il tema delle risorse, perché è semplicemente impensabile che un singolo Stato Membro, persino se si trova nella migliore condizione possibile dal punto di vista della capacità fiscale, possa affrontare da solo gli investimenti necessari per alcune delle grandi sfide che l’Europa ha davanti e che dichiara di voler affrontare. Penso certo al rafforzamento della competitività, ma anche alla transizione energetica e ambientale, alla politica di difesa e sicurezza, e ovviamente penso al governo dei flussi migratori. Reputiamo, cioè, che sia indispensabile per l’Unione dotarsi di risorse e strumenti comuni adeguati, per sostenere gli investimenti che siamo chiamati a fare. Come allo stesso tempo consideriamo essenziale stimolare gli investimenti privati, che oggi sono inevitabilmente rivolti verso mercati che si dimostrano più dinamici e intraprendenti".