Roma, 14 nov. (Adnkronos) – "Quando il rapporto" sulla competitività dell'Europa "è uscito, la prima reazione, a caldo dopo pochi minuti, di un ministro, nemmeno eletto, è stata: 'mai questo debito', perché nel rapporto individuo un gran fabbisogno, di 800 mld, e riconosco che non può essere finanziato solo dal privato ma anche dal pubblico". Lo ha raccontato Mario Draghi alla platea raccolta a Milano per il World Business Forum a Milano, riporta l'Adnkronos.
"Ma più si migliora il mercato unico, più si migliora il mercato dei capitali, meno bisogno ci sarà di finanziamento pubblico perché, a quel punto, i finanziamenti privati arriveranno da soli. All'ultimo Consiglio europeo una cosa che ho detto è: 'per non tornare sul discorso del debito comune che non volete fare bisogna combattere la frammentazione del mercato unico e creare un mercato di capitali', ma non tanto per le banche, che sono secondarie nel rapporto, va fatto per le famiglie. Noi risparmiamo il doppio degli Usa, ma la ricchezza delle famiglie americane è cresciuta 3 volte più rapidamente. Siamo scemi? No, questo è perché mancano opportunità di investimento, di risparmio, adeguatamente remunerative. Altra cosa che poi va fatta è eliminare la regolamentazione superflua".
L'ex premier ha poi spiegato che "la cifra di 800 mld di investimenti non viene dalla testa di Mario Draghi, ma da conti che la Commissione europea e la Bce hanno fatto guardando tutti gli impegni presi dai governi, dal Parlamento europeo e dalla Commissione negli ultimi 5-8 anni sul campo digitale, della banda larga, sul 5G e include appena qualcosa sulla difesa e non include le spese per mitigare il cambio climatico".
Dunque si tratta di una "stima prudente ma grossa", fatta dal Fondo monetario e dalla Commissione Ue con le simulazione dei grandi modelli che hanno. La risposta è stata che con la distribuzione storica di finanziamento, ovvero 20% pubblico 80% privato, non ci si arriva o meglio sale l'inflazione e salgono i tassi d'interesse, si destabilizza l'economia. Il modo per arrivarci è una percentuale 50-50, mezzo pubblico e mezzo privato. Per arrivarci è necessario fare debito comune, perché i singoli paesi da soli non arrivano. Ma vedete – ha aggiunto Draghi – è molto marginale, perché se uno fa le riforme del mercato unico, del mercato dei capitali, elimina la deregolamentazione e, in altre parole, rende l'Europa un posto in cui affari e iniziativa privata vengono sviluppati di più, allora il risparmio privato fa a finanziare questo fabbisogno di investimenti naturalmente. L'investimento pubblico resta sì necessario, ma per i grandi progetti comuni".