La Commissione Europea, sotto la presidenza di Ursula von der Leyen, conferma che non verrà fatto dietrofront sullo stop Ue ai motori diesel e benzina dal 2035, come dichiarato dalla vicepresidente Teresa Ribera. “Non è una cosa che stiamo prendendo in considerazione e direi che non è una cosa che praticamente nessuno sta prendendo in considerazione”, avrebbe affermato la commissaria con delega alla Transizione pulita. “La questione sul tavolo”, sarebbe come “accompagnare l’industria automobilistica europea in un processo di trasformazione in corso e in una corsa industriale globale attivata da anni”, mantenendo stabili le tempistiche.
Le norme del regolamento Ue sullo stop a motori diesel e benzina
Secondo indiscrezioni, i tecnici di Bruxelles sarebbero al lavoro per congelare le multe alle case automobilistiche, valutando di introdurre carburanti alternativi. Oltre allo spegnimento del motore endotermico, il regolamento Ue approvato l’anno scorso prevederebbe una riduzione del 19% delle emissioni per chilometro per le auto nuove nel 2025 e del 55% nel 2030, imponendo sanzioni alle case automobilistiche che le costringerebbe fino a 1517 miliardi di euro, secondo il calcolo dell’associazione dei costruttori europei Acea.
Conferma per lo stop Ue: le ipotesi per salvare il salvabile
Queste le ipotesi più concrete per non inasprire ancor più la crisi del settore automobilistico, con i suoi 13 milioni di posti di lavoro, fornite al Financial Times da Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo dell’Ue per la Prosperità e la Strategia industriale: “La Commissione si concentrerà sulla standardizzazione delle batterie e sulla creazione di infrastrutture di ricarica mentre per quanto riguarda la domanda, esaminerà i programmi di ‘leasing sociale’, come quello fortemente sovvenzionato che si sta sperimentando in Francia”. “Il problema è che non abbiamo un mercato secondario per le auto elettriche“, ha continuato Séjourné. “E questo è un vero problema in Europa. Il prezzo”, continua riferendosi ai veicoli a batteria, “è molto dissuasivo e non c’è altro che il nuovo in vendita. Dobbiamo quindi creare un mercato dell’usato e il modo migliore è utilizzare le flotte professionali, che poi finiscono ai privati”.