Ucsi, focus sul correttivo del codice degli Appalti

Roma, 16 dic. (askanews) -Attualmente, in Italia operano circa 300 Consorzi Stabili, che rappresentano oltre 3000 imprese. Questi numeri parlano di un sistema che valorizza le competenze delle PMI e che le mette in condizione di competere nei grandi appalti pubblici. Eppure il recente Codice dei Con...

Roma, 16 dic.

(askanews) -Attualmente, in Italia operano circa 300 Consorzi Stabili, che rappresentano oltre 3000 imprese. Questi numeri parlano di un sistema che valorizza le competenze delle PMI e che le mette in condizione di competere nei grandi appalti pubblici. Eppure il recente Codice dei Contratti, ma soprattutto il relativo “decreto Correttivo” rischiano di frenare la programmazione del sistema produttivo del Paese e la capacità di generare sviluppo sostenibile, inclusivo e duraturo.

Per discutere di questi temi, e per segnalare le problematiche che interessano i Consorzi Stabili e le imprese che ne fanno parte, l’UCSI (Unione Consorzi Stabili Italiani) presieduta da Giuseppe Costantino, ha organizzato il Convegno che si è tenuto a Catania.

“Le PMI in Italia rappresentano il motore produttivo dell’economia – ha affermato Costantino – Il nostro modello ha resistito alle crisi globali, si è innovato nei momenti di criticità e ha portato l’eccellenza italiana nel mondo.

Da questa consapevolezza, ormai nota a tutti, ci si aspetta che la politica, nell’espletare il proprio ruolo di stimolo destinato a potenziare sviluppo, con la sua azione favorisca la crescita delle PMI e rimuova gli ostacoli che ne pregiudicano la crescita. Uno di questi è l’accesso al mercato degli appalti pubblici. Le gare pubbliche, con i loro requisiti tecnici ed economici, diventano spesso un muro insormontabile per molte piccole realtà, limitando il loro potenziale contributo.

Il “correttivo” al Codice dei Contratti nella sua versione bollinata è all’esame delle commissioni di Camera e Senato che dovranno esprimere il proprio parere. Se fosse approvato sarebbe la pietra tombale per i Consorzi Stabili. A poco più di un anno dall’entrata in vigore del nuovo Codice si è sentita la necessita di applicare correttivi, cambiando di fatto le regole di mercato. Modificare in corsa, senza neanche dare un periodo per potersi adeguare, è inaccettabile”.

Sono seguiti due tavoli di confronto, moderati dal professore UniCT Rosario Faraci. Uno dei tavoli di discussione ha visto le relazioni di Erica Mazzetti (membro VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati e responsabile dipartimento Lavori Pubblici FI), Arturo Cancrini (professore di Legislazione delle Opere Pubbliche Tor Vergata di Roma e coordinatore per l’arbitrato in materia di appalti di opere pubbliche dell’Istituto Superiore di Studi sull’Arbitrato), Francesco Zaccone (founding partner dello studio legale MMZ) e Vincenzo Onorato (amministratore delegato del Consorzio Stabile Eteria).

Il secondo tavolo ha focalizzato l’attenzione sulle perduranti criticità legate agli appalti pubblici con gli interventi di Gaetano Vecchio (presidente di Confindustria Sicilia) e Mariano Maggi (founding partner studio legale MMZ).

“Rispetto al PNRR, i temi da approfondire urgentemente sono i tempi e i trasferimenti delle risorse – ha dichiarato Vecchio – in questo momento siamo in pieno sviluppo della programmazione e siamo in ritardo sulle grandi opere. C’è la necessità di una riprogrammazione dei tempi, chiediamo che questa sia fatta prima possibile perché dicembre 2026 non è troppo distante.

L’altra necessità è che i trasferimenti tra centro e la periferia avvengano prima possibile. Le risorse devono arrivare velocemente e i cantieri non devono fermarsi. Dunque chiediamo aiuto alla politica”.

“Il mio appello è rivolto a imprenditori e istituzioni – ha concluso Costantino – Lavoriamo insieme per difendere il modello italiano, per migliorarlo e per renderlo ancora più competitivo. Perché ogni Consorzio Stabile che cresce è un pezzo d’Italia che si rafforza”.