Roma, 3 mar. (Adnkronos) – “Io credo che la voglia di trattare con la Russia, questa cosidetta real politik, abbia prevalso anche troppo. A colpi di real politik la Russia ha invaso la Crimea, e sempre con la real politik si è cercato di avvicinare la Russia mentre loro pensavano ad armarsi. Credo che si possa parlare di tutto meno che di real politik: se un paese viene invaso dai carri armati, bisogna stare con quel paese”. Lo ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano il senatore Filippo Sensi (Pd) intervenuto nel corso della trasmissione ‘Battitori Liberi’ a proposito del conflitto russo-ucraino.
“Quello che è stato fatto in tre anni di guerra -ha proseguito- è stato fatto con l’obbiettivo di permettere all’Ucraina non solo di resistere, ma di poter continuare a esistere. Gli ucraini sono morti per colpa di un’aggressione militare, non dobbiamo mai dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito. La comunità internazionale-sottolinea Sensi- non ha giustamente fatto mancare il proprio sostegno nel conflitto contro i russi: se oggi siamo in grado di parlare di una possibile pace e negoziati però, lo dobbiamo alla resistenza opposta dagli ucraini in questo conflitto”.
Il senatore ha poi terminato l’intervento analizzando le divisioni, in merito al conflitto, interne al centrosinistra “Più che maggiore unità nel centrosinistra, gradirei maggiore unità intanto dell’Europa. Purtroppo queste differenze di visioni non sono presenti soltanto nella coalizione di sinistra-spiega- ma soprattutto in Europa: non sono un mistero le posizioni di Orban o quelle pseudo pacifiste del governo italiano. Le stesse difficoltà purtroppo ci sono anche all’interno del centrosinistra, dove dal canto nostro il PD non farà mai mancare il sostegno all’Ucraina, invece il M5s ha una posizione più simile a quella della Lega. Sarebbe auspicabile che tutti spingessero nella direzione della difesa del diritto internazionale e della libertà: se poi c’è qualcuno che recalcitra come Lega e 5 stelle non possiamo farci nulla, dobbiamo andare avanti”, ha concluso il senatore Sensi.