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Il presidente francese ha nuovamente avanzato la possibilità di inviare truppe di terra occidentali a Kiev, affermando che sarebbe necessario chiedersi se Mosca intenda sfondare le linee del fronte.
Macron parla della possibilità di inviare truppe in Ucraina
Durante un’intervista al quotidiano britannico The Economist, Emmanuel Macron è tornato a parlare dell’eventualità di inviare soldati in Ucraina. “Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina, dovremmo legittimamente porci la domanda” ha dichiarato, aggiungendo “Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni. Quando i Paesi della Nato avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei in Ucraina sono stati poi costretti a cambiare idea“.
Macron ha inoltre spiegato che la Russia “è entrata in una logica di guerra totale” e che quindi è fondamentale impedirle di vincere, altrimenti “non avremo più sicurezza in Europa“.
La proposta francese
Il capo dell’Eliseo aveva suscitato diverse polemiche lo scorso febbraio, al termine della Conferenza di Parigi, quando aveva affermato che l’invio di truppe occidentali in Ucraina non avrebbe dovuto essere escluso a priori. La maggior parte dei Paesi europei, così come gli Stati Uniti, si sono trovati in disaccordo, anche se alcuni hanno poi fatto un passo nella sua direzione.
L’Italia invece è rimasta ferma sulla sue convinzioni, sostenendo che l’invio di militari italiani non è un’opzione contemplabile. “Pur sostenendo il diritto dell’Ucraina a restare un Paese libero” ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani “l’Italia non è in guerra con la Russia e mai invieremo dei militari italiani“.
“Credibilità militare europea”
Secondo il Capo di Stato francese un intervento militare nel conflitto concorrerebbe alla necessità di raggiungere quella che aveva definito “credibilità militare europea“, nel corso di un intervento tenuto alla Sorbona.
Il dibattito tuttavia dovrebbe uscire dai semplici confini dell’UE che, sostiene Macron, vuole “ancorare la discussione nel quadro della Comunità politica europea“. Sarebbe quindi un errore escludere potenze come la Norvegia, il Regno Unito o i Balcani.