Uccise a coltellate il padre violento: le motivazioni della condanna

Alex Pompa, che ora porta il cognome della madre, Cotoia, ha ucciso il padre violento con 34 coltellate.

Alex Pompa, che ora porta il cognome della madre, Cotoia, ha ucciso il padre violento con 34 coltellate.

In primo grado era stato assolto, ma lo scorso dicembre è stato condannato a sei anni, due mesi e due giorni per omicidio volontario.

Uccise il padre violento con 34 coltellate: le motivazioni della sentenza

Alex Pompa il 13 dicembre è stato condannato a sei anni, due mesi e due giorni per omicidio volontario. Il 22enne di Collegno, in provincia di Torino, nel 2020 aveva ucciso a coltellate il padre violento durante l’ennesimo litigio contro la madre.

I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino hanno spiegato che non si può parlare di legittima difesa “tenuto conto della sede dei colpi, almeno quindici coltellate in regione dorsale, della reiterazione degli stessi, trentaquattro, e del numero di armi impiegate, sei coltelli, che depongono univocamente nel senso di una condotta francamente aggressiva“.

Uccise il padre violento con 34 coltellate: non si può parlare di legittima difesa

Presupposti essenziali della legittima difesa, infatti, sono un’aggressione ingiusta e una reazione legittima e mentre la prima deve concretarsi nel pericolo attuale di un’offesa, la seconda deve inerire alla necessità di difendersi, alla inevitabilità del pericolo e alla proporzione tra difesa e offesa, non potendo, certamente, dirsi sufficiente al suo riconoscimento un pericolo eventuale, futuro, meramente probabile o temuto” si legge nelle motivazioni dei giudici. La condotta tenuta dal 22enne non può definirsi legittima difesa.