Filippo Turetta, detenuto nel carcere di Halle e in attesa di estradizione, scrive una lettera straziante ai suoi genitori nel contesto dell’omicidio Cecchettin, chiedendo loro di rinnegarlo.
Scrive, “Ritenere forse preferibile un figlio deceduto piuttosto che uno come me.” Turetta esprime la sua accettazione nel caso i suoi genitori decidano di dimenticarlo e rinnegarlo, definendolo come il percorso ideale per la loro vita. Non è certo, aggiunge, di avere ancora il coraggio di farsi vedere da loro, dubitando se è preferibile essere un figlio defunto piuttosto che essere come è lui ora.