Roma, 20 set.
(Adnkronos Salute) – All'Istituto nazionale tumori Regina Elena (Ire) di Roma 2 pazienti hanno beneficiato per la prima volta di cure mirate grazie alla tecnologia degli organoidi 'avatar' del cancro. Gli oncologi sono riusciti a conoscere in anticipo, cioè prima dell'inizio del trattamento, la sensibilità del tumore a un pannello di 20-30 farmaci e a selezionare quelli che mostravano maggiore efficacia. Così una donna affetta da cancro ovarico e un uomo con tumore gastrico, entrambi con malattia molto avanzata e recidive comparse dopo varie linee terapeutiche, hanno beneficiato della cura più appropriata.
L'Ire – ricorda una nota – investe da alcuni anni notevoli risorse per sviluppare conoscenza sulla generazione e caratterizzazione di organoidi derivati da vari tipi di tumore. In pratica avatar o repliche in miniatura di organi e tessuti umani, modelli tridimensionali derivati dai tumori dei pazienti, rivoluzionari per la ricerca sul cancro grazie alla loro capacità di replicare fedelmente in provetta la complessità biologica e genetica del tumore. Inoltre, con il supporto della piattaforma Opera Phenix Plus, strumento di imaging ad alto contenuto informativo operativa da più di un anno, si valuta quotidianamente l'efficacia dei trattamenti su tessuti 2D e organoidi.
Ad oggi ha elaborato 5,2 Tera byte di immagini per un totale di 1.405 analisi.
Testare i farmaci su organoidi tumorali (vere e proprie librerie del paziente) evita la somministrazione al paziente di terapie che potrebbero rivelarsi inefficaci, e consente un notevole risparmio economico al Servizio sanitario nazionale. Questi i temi che verranno discussi dai maggiori esperti internazionali il 23 e 24 settembre all'appuntamento straordinario sugli organoidi, in occasione del sesto Workshop Ire sull'oncologia traslazionale, dal titolo 'Cancer Organoids as Reliable Disease Models to Drive Clinical Development of Novel Therapies'.
"A due pazienti complessi, discussi al Molecular Tumor Board, è stato prelevato del tessuto tumorale – spiega Giovanni Blandino, direttore dell'Unità di Ricerca oncologica traslazionale Ire – Il tessuto è stato coltivato per alcune settimane in provetta in condizioni favorevoli alla generazione di organoidi. Questi sono stati sottoposti all'attività di farmaci sia classici chemioterapici che a bersaglio molecolare. I risultati sono stati sorprendenti. I clinici oncologi hanno avuto un'informazione attendibile sulla sensibilità dei rispettivi tumori ai vari farmaci testati, prima di iniziare la terapia sul paziente.
Una volta concluse le indagini molecolari gli organoidi possono essere conservati nella bio-banca Ire, per una successiva sperimentazione".
"Si tratta – conclude Gennaro Ciliberto, direttore scientifico Ire – di un approccio altamente innovativo, in linea con la missione traslazionale della nostra ricerca che va dal letto del paziente al laboratorio per poi ritornare al letto del paziente. Al workshop internazionale si discute proprio di come gli organoidi stiano aprendo nuove strade alla comprensione della resistenza ai farmaci, sviluppo di metastasi e interazione tra tumore e sistema immunitario.
Un'occasione importante per favorire collaborazioni internazionali e stimolare nuovi approcci traslazionali, con l'obiettivo di accelerare il passaggio dalla ricerca preclinica alla clinica e a soluzioni terapeutiche sempre più personalizzate".