Milano, 13 feb.
(Adnkronos Salute) – Cura del digiuno contro il cancro? Uno studio italiano fa chiarezza e avverte: la restrizione calorica da sola non funziona. "Pur ottenendo inizialmente uno stop alla crescita delle cellule tumorali, in realtà nel tempo favorisce il ritorno della malattia in forma più aggressiva". Tuttavia l'effetto della dieta "può essere non solo preservato, ma anche incrementato grazie a uno specifico farmaco". Un mix che potrebbe perfino "ottenere la scomparsa della malattia", secondo dati preclinici che è necessario approfondire.
E' la conclusione di una ricerca pubblicata su 'Nature Communications' da un team guidato da Pier Giuseppe Pelicci e Luca Mazzarella dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano.
Il lavoro mette in luce "una complessità inattesa nel rapporto fra nutrizione e cura dei tumori". La spiegazione, "il segreto – illustra Pelicci, direttore del Dipartimento di Oncologia sperimentale Ieo e coautore dell'articolo – sta nelle cellule staminali del cancro, quelle con maggiore capacità di rigenerare i tumori e di resistere ai farmaci".
Una sorta di 'benzina' che alimenta la malattia. "Nel nostro lavoro – descrive lo scienziato – abbiamo analizzato gli effetti della restrizione calorica sulla crescita di vari tumori, inclusi leucemia mieloide acuta e tumore della mammella, nel modello animale. Come prima cosa, abbiamo visto che la restrizione calorica rallenta notevolmente la crescita delle cellule della leucemia e di quelle del tumore della mammella, confermando numerosi studi precedenti ottenuti in altri tipi tumorali.
Con sorpresa, però, abbiamo anche osservato che la malattia si ripresentava in tutti gli animali, nonostante continuassero la restrizione calorica, addirittura con un tasso di crescita più elevato. Studiando questo effetto paradosso, abbiamo capito che è dovuto alle cellule staminali del cancro, che con la restrizione calorica aumentano di circa 5 volte". In altre parole, con la dieta soltanto si rischia di 'fare il pieno' alla macchina cancro.
"La nostra prima conclusione è che, da sola – ammonisce Pelicci – la restrizione calorica conduce ad un vantaggio terapeutico molto limitato.
Anzi, favorisce l'espansione delle cellule staminali del cancro e la malattia finisce inesorabilmente per ripresentarsi in forma ancora più aggressiva". Ma gli scienziati Ieo non si sono fermati qui, svelando una strategia in grado di mantenere e rafforzare l'effetto-digiuno.
I ricercatori hanno capito che, alla lunga, le cellule tumorali riescono a salvarsi dai danni della restrizione calorica – arrivando addirittura a risorgere più forti – perché imparano ad adattarsi alla deprivazione di energia indotta dal digiuno riprogrammando in maniera globale l'espressione dei propri geni e il proprio metabolismo.
Un meccanismo di sopravvivenza che gli scienziati hanno studiato e compreso: dipende da una proteina detta Lsd1. E' un regolatore dell'epigenoma, ossia dell'espressione dei geni del nostro Dna in risposta a stimoli ambientali.
"Lo studio ha portato ad un risultato ancora più sorprendente – sottolinea Luca Mazzarella, group leader in Ieo e coautore della ricerca – Lsd1 è così importante per la capacità delle cellule tumorali di adattarsi alla restrizione calorica, che le cellule tumorali sviluppano una vera dipendenza da Lsd1".
Finiscono cioè per essere 'drogate' di Lsd1. "Questa è apparsa subito come una buona notizia – precisa lo scienziato – perché la proteina Lsd1 può essere inibita con una classe di farmaci già in studio per il trattamento di alcuni tumori del sangue. E infatti, quando abbiamo aggiunto l'inibitore di Lsd1 alla restrizione calorica, nel 90% degli animali trattati le cellule staminali del cancro sono sparite definitivamente, e con esse il tumore, contro il 40% degli animali trattati con il solo farmaco ma nutriti normalmente, o lo 0% degli animali sottoposti alla sola restrizione calorica".
Invece "non abbiamo osservato questo effetto del farmaco nelle cellule staminali normali, dove la restrizione calorica ha continuato a mostrare il suo effetto benefico sulla loro funzione, come già ampiamente dimostrato".
"Il nostro studio dimostra che le cellule staminali tumorali sanno adattarsi alla mancanza di energia e che l'inibizione farmacologica di questa capacità di adattamento, se si colpisce Lsd1, riesce ad eradicare la malattia", commenta Rani Pallavi, giovane ricercatrice Ieo, coautore della ricerca.
"Quindi in sintesi – riassume la scienziata – la restrizione calorica da sola non funziona, ma diventa efficace con i farmaci inibitori di Lsd1. Ovviamente servono numerose conferme prima di arrivare a trattamenti innovativi per l'uomo", puntualizza Pallavi. "Tuttavia – raccomanda – una conseguenza immediata è l'invito alla cautela nell'uso della restrizione calorica o simili regimi alimentari in pazienti con tumore". Una precisazione doverosa: "Il tema in discussione è il ruolo della nutrizione nella terapia dei tumori.
Rimangono invece invariate le raccomandazioni in ambito prevenzione, dove il controllo del peso e la lotta all'obesità sono e restano elementi fondamentali e imprescindibili".