Roma, 18 giu. (Adnkronos Salute) – Con 34mila nuovi decessi all'anno, il carcinoma polmonare rappresenta la più frequente causa di morte oncologica in Italia. Per quanti sono colpiti da questa neoplasia ci sono, però, buone notizie. Negli ultimi anni, infatti, si sono registrati importanti progressi nella chirurgia e nelle terapie farmacologiche, che hanno permesso, anche grazie alla prevenzione primaria, in primis la lotta al tabagismo, di aumentare significativamente le aspettative di sopravvivenza dei pazienti. Il successo dei trattamenti è però legato alla precocità della diagnosi.
Ed è per questo motivo che l'implementazione di un programma strutturato di screening polmonare deve rappresentare una priorità nell'ambito degli interventi e delle politiche di sanità pubblica. Per contribuire a un dibattito aperto sul tema, Crea Sanità ha sviluppato, con il contributo di Roche Italia, un innovativo modello che, per la prima volta, integrando e aggiornando uno studio precedente, analizza anche l'impatto di farmaci innovativi come l'immunoterapia, di recente introduzione, e offre una valutazione economica dello screening del cancro al polmone, basata su evidenze di costo-efficacia, costo-utilità, impatto finanziario (budget impact).
I risultati del modello – presentati oggi alla Camera – stimano che l'attuazione di un programma di screening nazionale nei pazienti ad alto rischio, consentirebbe, grazie a una diagnosi tempestiva, un incremento della sopravvivenza dei pazienti screenati di 7,63 anni rispetto ai non screenati, a fronte di una riduzione dei costi sanitari pari 2,3 miliardi di euro, in un orizzonte temporale di 30 anni. In termini finanziari, va previsto un investimento iniziale nel primo anno, legato anche all'organizzazione dello screening, pari a circa 80 milioni di euro, che sarebbe però più che compensato dai risparmi pari a circa 180 milioni di euro già al primo anno.
Il presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera Ugo Cappellacci ha ricordato che "gli screening consentono di giocare d'anticipo sulla malattia e sulle conseguenze. Per questo è fondamentale recuperare i ritardi accumulati durante la pandemia. Una delle misure su cui Governo e Parlamento stanno lavorando è lo smaltimento delle liste d'attesa, con un provvedimento importante a favore dei diritti dei cittadini".
"La missione – ha ricordato Cappellacci – è quella di ampliare l'offerta di screening ad ambiti prioritari come quello del tumore al polmone, grazie all'azione comune avviata a livello europeo e che vede anche l'Italia protagonista. In Commissione abbiamo svolto una serie di audizioni sul Piano europeo contro il cancro da cui, una volta di più, emerge che impiegare nuove risorse a favore della salute non va considerato una spesa, ma il migliore investimento e la migliore riforma che si possa attuare".
"Grazie a significativi investimenti in ricerca – ha evidenziato Federico Pantellini, Medical Lead Roche Italia- mettiamo a disposizione dei pazienti affetti da tumore al polmone farmaci immunoterapici e a bersaglio molecolare in grado di agire fin dalle fasi precoci della malattia, dove l'obiettivo può essere quello della cura. Per poter assicurare i benefici associati a questi trattamenti, è prioritario effettuare una diagnosi quanto più precoce e lo screening è uno strumento chiave. In questa prospettiva – ha concluso Pantellini – rinnoviamo la nostra volontà ad essere un partner di valore per il Sistema, collaborando con tutti gli attori in campo affinché l'accesso a questa strategia di salute pubblica così preziosa possa essere garantito. Il dibattito di oggi si inserisce nell'ambito del programma LungLive, promosso da Roche per ridefinire insieme il tumore al polmone, puntando su prevenzione primaria, screening e innovazione terapeutica fin dalle fasi precoci di malattia".