Roma, 28 ott.
(askanews) – Facilitare la diagnosi precoce del carcinoma epatocellulare (HCC) allo stadio iniziale: questo l’ambizioso progetto cui stanno lavorando i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Gastroenterologia IRCCS “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte (BA). L’identificazione precoce delle lesioni consente di migliorare notevolmente il trattamento e la prognosi ma, ad oggi, soltanto il 30-40% dei pazienti viene diagnosticato in stadio precoce ed è, quindi, sottoponibile a trattamenti curativi.
Questo tipo di tumore è subdolo: i sintomi dell’epatocarcinoma, quali perdita di peso, stanchezza, dolore addominale e ittero spesso si manifestano, infatti, quando il tumore è già in stadio
avanzato, comportando quindi una conseguente diagnosi tardiva.
L’epatocarcinoma, però, è una patologia che necessita di un intervento immediato: negli stadi iniziali, infatti, il fegato
riesce ancora a svolgere regolarmente le sue funzioni e quindi iltumore può essere trattato efficacemente con la chirurgia.
Negli ultimi anni, grazie all’introduzione di nuovi trattamenti sia curativi che palliativi e di criteri più selettivi per il trapianto di fegato, l’aspettativa di vita per questi pazienti è nettamente migliorata.
L’ecografia dell’addome è lo strumento diagnostico di prima scelta: altamente specifica ma non sufficientemente sensibile per rilevare il tumore in molti pazienti cirrotici o per supportare
un programma di sorveglianza efficace.
Discorso analogo per L’AFP (alfa-fetoproteina), un marcatore tumorale specifico. Da qui nasce l’esigenza di validare nuovi biomarcatori facili da dosare, di basso costo ed eseguibili su larga scala. E i ricercatori del De Bellis hanno recentemente sviluppato un nuovo algoritmo, il punteggio GALAD (PG), che include due fattori di rischio indipendenti di tumore: sesso del
paziente (G) ed età (A). La combinazione di questi due fattori demografici con tre biomarcatori (alfafetoproteina, alfafetoproteina-L3 e des gamma carbossi protrombina) facilita il
rilevamento dell’HCC allo stadio iniziale con una sensibilità dell’86% e una specificità del 90% in una coorte britannica.
Il punteggio Galad è attualmente il migliore predittore di rischio
di sviluppo di HCC, potendo individuarne la comparsa con 10 anni di anticipo. In sintesi, come evidenziato da Davide Campari, Managing Director di Fujifilm Healthcare Italia “Rilevare
precocemente la presenza del tumore al fegato è l’elemento fondamentale per garantire un trattamento ottimale della malattia. E poter mettere a disposizione questa tecnologia per la
prevenzione di questa patologia così aggressiva è motivo di orgoglio.