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Tumore scambiato per intolleranza alimentare: mamma di 43 anni perde la vita

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I medici confondono il tumore per un'intolleranza alimentare, mamma di 43 anni lascia

Anche i medici sbagliano, d’altronde sono esseri umani anche loro anche se in certi casi un po’ di scrupolo e professionalità in più non guasterebbe affatto. Questo è il caso di una donna inglese a cui era stata diagnosticata un’intolleranza alimentare che in realtà era un qualcosa di ben peggiore che l’ha portata a morire a 43 anni.

Gran Bretagna: scambiano il tumore per intolleranza alimentare mamma morta

I familiari di Laura King, madre di 43 anni vittima di un tumore al pancreas che i medici avevano diagnosticato come intolleranza alimentare hanno deciso di raccontare la sua storia per far si che chi ne è affetto possa riconoscerne precocemente i sintomi.

La sorella racconta al tabloid Sun: “Nonostante i disturbi e i problemi fisici fossero persistenti, per mesi non le è stata suggerita nemmeno una Tac” una gravissima mancanza da parte dell’equipe medica, questa aveva stabilito che la donna soffrisse di intolleranze alimentari e della sindrome dell’intestino irritabile, sintomatologie che non richiedono cure.

Si rivolge ad altri medici, le consigliano di scrivere un diario alimentare e di seguire una dieta

Non soddisfatta di quanto le avevano detto, in particolare i dolori fisici erano aumentati e nonostante facesse sport la donna si sentiva debole, aveva chiesto consulenza ad altri medici.

Questi dottori le avevano confermato, sulla base dei referti in possesso, che si trattava di intolleranza alimentare ed era attribuibile principalmente alla sua dieta. Nel 2019 finalmente un medico decise, complici i sintomi sempre peggiori, di fare una TAC che ha rivelato il tumore al pancreas, diffusosi già al fegato.

Si decise di sottoporre la donna a chemioterapia ma la malattia risultò incurabile ed Emma King morì nel 2021. Il racconto della famiglia si spera possa aiutare altre persone che soffrono di questo tumore, che all’inizio ha sintomi lievi, a diagnosticarlo precocemente aumentando le possibilità di sopravvivenza.