Nevi va dritto al punto. “Dobbiamo ritrovare le ragioni dello stare insieme. Sostenere Zelensky, certo, ma anche dialogare con Putin. L’obiettivo è uno solo: la pace. Non è facile, ma dobbiamo provarci. Se vogliamo essere un Paese proattivo, questo è il nostro ruolo. Altrimenti restiamo a guardare e ci limitiamo a tifare, per Trump o per Zelensky. E le tifoserie, in una situazione del genere, non servono. Noi dobbiamo essere quelli che provano a superare l’impasse in cui l’Occidente si trova in questo momento.”
Trump-Zelensky, la tensione cresce: l’accordo sfumato
La tensione resta alta, soprattutto dopo lo scontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca. A sottolinearlo è anche il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti. “Ieri non c’è stato un capolavoro di diplomazia, questo è evidente. E la cosa è strana. Di solito accordi del genere vengono preparati con più attenzione, senza queste situazioni imbarazzanti.”
Eppure, l’intesa che i due leader avrebbero dovuto firmare non era un dettaglio. “Parliamo di un accordo sulle terre rare tra Stati Uniti e Ucraina, un affare da 500 miliardi. Non di qualche euro,” sottolinea Foti. E con implicazioni politiche enormi. “Quell’accordo avrebbe garantito all’Ucraina più protezione di quanto si pensi. Perché c’è un interesse comune, strategico.”
Ma ora? Ora tutto è in bilico. Il gelo tra Washington e Kiev complica i giochi. L’Europa osserva, divisa tra chi cerca la mediazione e chi alza la voce. E l’Italia? Resta il bivio: costruire ponti o scegliere una fazione.
Trump-Zelensky, le dichiarazioni di Tajani e Salvini dopo il faccia a faccia
Anche Salvini ribadisce la propria posizione su X, il messaggio è chiaro: basta guerra. “Dopo tre anni di conflitto e centinaia di migliaia di morti, è giunta l’ora della pace. Se a Bruxelles qualcuno insiste con toni bellici – come quasi tutti i ‘giornalisti’ italiani, con poche valorose eccezioni – l’Italia ha il diritto e il dovere di muoversi. Insieme agli Stati Uniti e a chiunque cerchi di evitare una Terza Guerra Mondiale. Dobbiamo restituire ai nostri figli un futuro di pace e prosperità.”
E’un momento di grande tensione, per questo bisogna tenere i nervi saldi, reagire con grande calma e vedere quale sarà l’evoluzione dopo questo colloquio, che certamente non è andato bene”.
Antonio Tajani il ministro degli esteri ha così commentato a Radio Uno lo scontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky.