Roma, 10 apr.
(Adnkronos Salute) – Per la prima volta trovate microplastiche nei fluidi follicolari di donne che si sottopongono a procreazione medicalmente assistita. E' il risultato della ricerca “First evidence of microplastics in human ovarian follicular fluid: an emerging threat to female fertility”, realizzata dagli italiani Luigi Montano, Salvatore Raimondo, Marina Piscopo, Maria Ricciardi, Antonino Guglielmino, Sandrine Chamayou, Raffaella Gentile, Mariacira Gentile, Paola Rapisarda, Gea Oliveri Conti, Margherita Ferrante, Oriana Motta e che sarà presentata al VII Congresso nazionale della Società italiana di riproduzione umana (Siru), al via domani a Bari.
Fino al 13 aprile, si confronteranno i maggiori esperti nazionali e internazionali nel campo della cura dell’infertilità.
Questo studio – visibile in preprint sulla piattaforma Medxriv e già sottomesso a una importante rivista internazionale – attraverso un approccio metodologico innovativo, non solo ha rilevato la presenza di nano e microplastiche (concentrazione media di 2191 particelle per millilitro), ma anche la dimensione al di sotto di 10 micron (diametro medio di 4.48 micron), evidenziando una correlazione fra la concentrazione di microplastiche e alcuni parametri collegati alla funzione ovarica.
“Questo ultimo aspetto, alla luce degli effetti negativi sull’apparato riproduttivo femminile ben documentati in campo sperimentale nel mondo animale, ci preoccupa non poco", commenta Luigi Montano, uroandrologo dell’Asl di Salerno, coordinatore del progetto di ricerca EcoFoodFertility, nonchè Past President della Siru.
"Queste stesse sostanze, infatti, non solo hanno un effetto diretto di danno sulla funzione ovarica attraverso diversi meccanismi, in primis lo stress ossidativo, ma fanno anche da cavallo di troia ad altre sostanze notoriamente tossiche – spiega – come metalli pesanti, ftalati, bisfenoli, diossine, policlorobifenili e, secondo recenti studi, anche veicolo di virus, batteri e protozoi.
Si tratta di sostanze dalle dimensioni pulviscolari, che penetrano in profondità nel nostro organismo e che vengono introdotte nell’organismo con l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo e anche attraverso la pelle con i cosmetici ad esempio”.
La presenza di microplastiche era già stata individuata, sempre per la prima volta dal gruppo guidato da Montano, nelle urine e nello sperma, con lavori pubblicate rispettivamente sulle riviste internazionali Toxics nel gennaio 2023 e Science of The Total Environment nel luglio 2023.
“In conclusione, questa scoperta rappresenta una conferma di quanto la contaminazione della plastica sia da considerare un’emergenza da affrontare nell’immediato e che il ritrovamento di microplastiche nel liquido follicolare che è a diretto contatto con i gameti femminili rappresenta di per sé una minaccia significativa all’integrità del nostro patrimonio genetico che viene trasmesso alle future generazioni", affermano coralmente gli autori dello studio.
"L’infertilità in Italia è un problema diffuso che riguarda quasi una coppia in età fertile su cinque – sottolinea Paola Piomboni, presidente Siru – e proprio il percorso della coppia infertile sarà al centro del dibattito e del confronto congressuale, con particolare riferimento all’importanza dell’approccio multidisciplinare.
La Siru ha recentemente pubblicato le linee guida per il trattamento della coppia infertile su cui potranno essere definiti finalmente i percorsi diagnostici e terapeutici sulla base di evidenze scientifiche. Discuteremo, tra i vari temi, di prevenzione dell’infertilità e dei progetti di educazione sulla tutela della salute riproduttiva che stiamo portando nelle scuole, degli aspetti più innovativi nella gestione della coppia infertile come l’applicazione dell’intelligenza artificiale, nonché dell’impatto psicologico e delle difficoltà nella comunicazione”.