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Trieste, detenuto trovato morto in cella: il decesso sarebbe avvenuto per una overdose di metadone

Durante la rivolta di ieri, i detenuti hanno saccheggiato l'infermeria e si ritiene che la vittima possa aver preso la sostanza

Durante la rivolta di ieri, i detenuti hanno saccheggiato l'infermeria e si ritiene che la vittima possa aver preso la sostanza

Nella giornata di oggi, venerdì 12 luglio, un detenuto del carcere di Trieste è stato trovato morto nella sua cella: da un primo esame superficiale, l’uomo sarebbe morto per una overdose di metadone. Nella giornata di ieri, 11 luglio, nel carcere c’è stata una rivolta da parte dei detenuti che hanno saccheggiato l’infermeria: si ritiene che la vittima possa aver preso e poi assunto la sostanza.

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Trieste, detenuto trovato morto in cella: il decesso a causa di una overdose di metadone

Come confermato dal Garante dei diritti del detenuti per il Fgp, Paolo Pittaro, il detenuto sarebbe morto per una overdose di metadone. Nella giornata di ieri, nello stesso carcere, c’è stata una rivolta da parte dei detenuti che hanno saccheggiato e danneggiato l’infermeria: è probabile che l’uomo abbia preso lì la sostanza e poi l’abbia assunta. “L’uomo non fa parte delle persone portate in ospedale nel corso della rivolta. Una volta avviata la mediazione, sarebbe tornato nella sua cella, dove è stato trovato oggi senza vita” ha reso noto Pittaro che ha confermato che tra i detenuti e le forze dell’ordine non c’è stato alcun contatto fisico. L’uomo, di cui si ignora l’età ma sarebbe originario di un Paese balcanico, era ricorso in appello in merito ad una condanna per reati legati al mondo della droga ed era legato ad una donna, anche lei reclusa.

La rivolta dei detenuti

Durante la rivolta dei detenuti, otto persone sono rimaste ferite: due sono ricoverati nel reparto Medicina d’urgenza, tre sono in Pronto Soccorso e tre sono già stati dimessi. Alla rivolta hanno partecipato oltre cento dei 260 che si trovano nel carcere, mentre la struttura potrebbe ospitare fino ad un massimo di 150 persone. I detenuti hanno contestato il sovraffollamento che rende dure le condizioni di vita all’interno della struttura. Aldo Di Giacomo, il segretario del Sindacato della polizia penitenziaria, ha riferito: “Ormai siamo al collasso e nel frattempo è in atto una rivolta nel carcere di Vercelli. Un primo punto di partenza per risolvere la situazione sarebbero le dimissioni di Delmastro e Nordio“.

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