Dall’inizio dell’anno, Trenitalia ha iniziato a multare i passeggeri dei treni regionali che non effettuano il check-in del biglietto digitale, introdotto nell’agosto scorso.
Trenitalia, il check-in si chiedono in molti: a cosa serve davvero?
La novità, accolta con sorpresa e proteste, soprattutto online, ha suscitato interrogativi anche tra esperti di trasporti e servizi digitali.
In precedenza, chi acquistava un biglietto per i treni regionali doveva rispettare un orario specifico, con una validità limitata a quattro ore. Ora, con il nuovo sistema, i passeggeri devono convalidare il biglietto tramite l’app di Trenitalia o un link nell’email di conferma. Questa procedura genera un codice QR da mostrare al controllore, pena la multa, Trenitalia sostiene che il nuovo sistema offre maggiore flessibilità: è possibile cambiare data e ora del viaggio gratuitamente fino al giorno prima della partenza, e nel giorno stesso del viaggio, infinite volte. Questo miglioramento consente agli utenti di modificare i loro piani in modo più dinamico rispetto al passato.
Trenitalia, a cosa serve davvero il check-in?
Tuttavia, l’implementazione del check-in ha presentato numerosi problemi tecnici, come il blocco del sistema e l’emissione di codici QR non validi. Inoltre, la procedura complessa ha reso difficile l’acquisto per gruppi e agenzie di viaggio. Critiche sono arrivate anche riguardo alla scarsa inclusività del sistema, evidenziando le difficoltà per anziani, stranieri e chi non ha familiarità con la tecnologia.
La comunicazione della novità è stata insufficiente: annunci tardivi e una mancata campagna informativa hanno contribuito alla confusione. Nonostante i miglioramenti previsti, il check-in ha reso il biglietto cartaceo di nuovo competitivo, soprattutto per i turisti.
In conclusione, mentre Trenitalia ha introdotto il check-in con l’intento di migliorare la flessibilità e la gestione dei viaggi, la complessità del sistema e i problemi tecnici hanno sollevato dubbi sulla sua efficacia e inclusività.