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Tragedia sul Natisone: nuove rivelazioni sul soccorso tardivo

Immagine che illustra la tragedia sul fiume Natisone

Emergono nuove informazioni sul soccorso inadeguato che ha portato alla morte di tre amici.

Il dramma del Natisone

Il 31 maggio scorso, il torrente Natisone ha tragicamente portato via tre giovani: Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar. La loro morte ha scosso profondamente le comunità locali e ha sollevato interrogativi sul sistema di soccorso in situazioni di emergenza. Recenti sviluppi, infatti, hanno messo in luce dettagli inquietanti riguardo ai tempi di intervento e alle procedure adottate dai soccorritori.

Perizie e tempistiche di soccorso

L’avvocato Maurizio Stefanizzi, che rappresenta le famiglie delle vittime, ha reso noto l’esito di una perizia che evidenzia come un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare i ragazzi. Secondo l’analisi, l’elicottero sarebbe stato in grado di raggiungere il luogo della tragedia in soli due minuti per ciascun giovane, utilizzando il verricello e la ciambella di salvataggio. Tuttavia, il soccorso è stato attivato troppo tardi, e questo ha avuto conseguenze fatali.

La perizia, redatta da un esperto del Soccorso alpino, ha confermato che fino a pochi minuti prima dell’incidente sarebbe stato possibile effettuare il salvataggio. L’analisi delle manovre necessarie ha rivelato che il tecnico di elisoccorso, pur essendo disponibile, è stato allertato con un ritardo significativo. Questo ha portato a una perdita di tempo cruciale, che ha aggravato la situazione.

Critiche al sistema di soccorso

Stefanizzi ha espresso forti critiche nei confronti della rigidità delle procedure di soccorso, che hanno reso l’intervento lento e inefficace. Ha sottolineato come il personale delle centrali operative sia stato eccessivamente attento al rispetto delle procedure, perdendo di vista l’urgenza della situazione. “Quando c’è una richiesta di aiuto tempo-dipendente, deve essere trattata come una situazione pericolosa per le persone coinvolte”, ha dichiarato l’avvocato. La mancanza di una risposta rapida ha portato a un drammatico ritardo nell’invio dell’elicottero, che si trovava a pochi minuti dal luogo dell’incidente.

In aggiunta alla perizia del Soccorso alpino, è stata condotta anche un’altra analisi dalla Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Bolzano, che ha stimato in 8 minuti e 30 secondi il tempo necessario per il prelievo dei tre ragazzi, a partire dal decollo dell’elicottero. Questo dato mette ulteriormente in discussione l’efficacia del sistema di emergenza e la sua capacità di rispondere a situazioni critiche.

Un futuro incerto per le famiglie

Le famiglie delle vittime attendono ora con ansia l’esito del processo, sperando che possa portare a un aggiornamento dei protocolli di soccorso. “Ci aspettiamo che il processo chiarisca questo aspetto e sia utile affinché quei tre giovani non siano morti invano”, ha concluso Stefanizzi. La speranza è che la tragedia del Natisone possa servire da monito per migliorare le procedure di emergenza e garantire che simili incidenti non si ripetano in futuro.