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Le ricerche interrotte dal maltempo
La tragedia si è consumata sul Gran Sasso, dove i corpi di due alpinisti emiliani, Cristian Gualdi e Luca Perazzini, sono stati rinvenuti dopo giorni di ricerche interrotte a causa delle avverse condizioni meteorologiche. I due uomini, rispettivamente di 42 e 48 anni, erano scomparsi domenica scorsa mentre scendevano dalla Direttissima al Corno Grande. Le operazioni di soccorso sono riprese solo oggi, dopo una pausa forzata dovuta al forte maltempo che ha colpito la zona.
Le circostanze della tragedia
Secondo le prime ricostruzioni, Gualdi e Perazzini avevano avvisato i soccorritori di aver perso parte della loro attrezzatura, tra cui guanti e scarponi, durante la discesa. L’ultima comunicazione risale a pochi metri dal luogo in cui sono stati ritrovati. Le ricerche hanno coinvolto circa trenta persone, tra cui una squadra della Guardia di Finanza e tre elicotteri dotati di sonar, un dispositivo in grado di rilevare materiali metallici sotto la neve. Nonostante le difficili condizioni, i soccorritori hanno continuato a cercare i dispersi, concentrando le operazioni in un’area di 150 metri dal punto dell’ultima chiamata.
Il ritrovamento dei corpi
Il sonar utilizzato nelle ricerche ha segnalato la presenza di metallo, permettendo così di localizzare i corpi dei due alpinisti. Questo stesso dispositivo era già stato impiegato in passato, nel febbraio 2021, per cercare un gruppo di escursionisti dispersi sotto una valanga sul Monte Velino. La funivia del Gran Sasso, riaperta dopo il maltempo, è stata riservata esclusivamente agli operatori di soccorso, evidenziando l’importanza e l’urgenza delle operazioni di recupero. La notizia del ritrovamento ha suscitato grande commozione nella comunità di Sant’Arcangelo di Romagna, da cui provenivano i due alpinisti.